Settore lusso: ecco come ripartirà grazie all'e-commerce

Il settore lusso ha subito le conseguenze della pandemia ma è pronto a ripartire anche grazie all'uso dei canali digitali. Ecco i dati sul 2020 e previsioni per il futuro

Pubblicato il 22 settembre 2020
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L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha provocato il rallentamento di alcuni settori, considerati in un momento di crisi meno urgenti ed essenziali. Tra questi c’è anche il settore lusso, che anche a causa delle limitazioni ai viaggi turistici e del lockdown, ha subito una leggera battuta d’arresto.

Le aziende più colpite da tale crisi sono quelle che non hanno lavorato sul branding, non hanno costruito un marchio forte oppure non possiedono una struttura che prevede canali di vendita alternativi al negozio fisico. Chi invece può contare su un solido brand e un’organizzazione stabile, slegata dal monopolio del punto vendita o di unico canale commerciale, ha avuto meno ripercussioni. Ora però è il momento di pensare al post-Covid. Innanzitutto, bisogna riconsiderare i rapporti commerciali con la Cina, che è il mercato principale per l’industria del lusso. In secondo luogo, bisogna considerare i canali di vendita innovativi, quelli che possono funzionare anche in vista di un nuovo lockdown. Parliamo in particolare dell’e-commerce.

Lusso nel post-Covid: come reagisce il mercato cinese

La Cina è il mercato principale per l’industria del lusso europea, quindi anche per il Made in Italy. I cinesi si rivolgono all’Europa perché da una parte ricercano un’ottima qualità, fattura e prestigio, dall’altra perchè trovano prezzi vantaggiosi, a causa delle politiche di differenziazione rispetto all’Asia.

Tuttavia, durante la crisi sanitaria, i consumatori cinesi hanno comprato meno prodotti di lusso europei a prezzi più alti del normale. I principali marchi impegnati nell’internazionalizzazione hanno quindi incrementato i costi dei prodotti, assicurandosi così buoni introiti dalla Cina.

Settore lusso: dati 2020 e prospettive per il futuro

Il 2019 si era concluso positivamente e il 2020 prometteva molto bene, almeno fino all’esplosione della pandemia che ha invece bloccato la crescita. La situazione è stata analizzata dal Monitor Altagamma Bain sui Mercati Mondiali. Il crollo previsto nel 2020 è del 20% ma si attende un recupero nel lungo periodo: si prevede una crescita del 2-3% fino al 2025. Bisogna sottolineare poi che gli acquisti dei consumatori cinesi diminuiranno del 9% nel 2020, saranno loro i primi ad uscire dalla crisi.

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Per quanto riguarda le tipologie di prodotto, quelle in cui si riscontrerà una forte diminuzione delle vendite saranno gli orologi (-25%), i gioielli (-23%), l’abbigliamento (-21,5%). Mentre cosmesi (-13%) e pelletteria (-17%) avrà ripercussioni di minor portata.

Secondo Matteo Lunelli, Presidente di Altagamma, occorre puntare oggi più che mai sul Made in Italy e sul digitale: “L’industria creativa italiana, dotata di risorse manifatturiere, creative e imprenditoriali uniche, ha le carte in regola per rilanciarsi e tornare a esercitare la sua leadership mondiale. Vi sono però alcune priorità: nel breve periodo la tutela delle filiere in difficoltà; nel medio periodo la trasformazione digitale, il rilancio del turismo – che è strategico per tutti i settori – e un’attenzione ancora più forte alla sostenibilità ambientale e sociale“.

Settore Lusso: l’importanza dell’e-commerce

L’e-commerce rappresenta un’opportunità enorme per il comparto luxury. Non solo ha permesso a tante aziende di sopravvivere durante il lockdown, ma è anche un canale fondamentale per la ripartenza. A livello globale, le vendite online di beni di lusso aumenteranno fino al 2025, sostituendo in parte i negozi fisici. L’e-commerce si posiziona così tra i quality trends del settore e le aziende che desiderano crescere, anche a livello internazionale, dovranno investire in questo canale, assicurando un’esperienza soddisfacente e sicura ai propri clienti.

Perché puntare sul commercio elettronico? Innanzitutto, le persone useranno con più spontaneità l’e-commerce in futuro. In particolare, nei Paesi emergenti si sta sviluppando una classe media disposta ad acquistare beni di lusso online. Il secondo motivo è che i millennials già usano l’e-commerce in modo sistematico e loro rappresentano i consumatori tipo dei beni di lusso.

Insomma, le aziende di settore che ancora non hanno provveduto a studiare e offrire una piattaforma di vendita digitale strutturata e corredata da un’offerta pensata anche i Paesi extra-europei devono subito organizzarsi e lavorare su questo tipo di strategia.

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