Cosa vuol dire aiuto in regime de minimis

Pubblicato il 05 marzo 2020
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Molto spesso nei bandi per finanziamenti e agevolazioni alle imprese si legge “concesso in regime de minimis”. Una locuzione a cui pochi danno importanza, ma che in realtà è fondamentale per capire se si può inviare la richiesta di finanziamento e se mai verrà accettata. Il “regime de minimis” è stato introdotto dall’Unione Europea per permettere allo Stato e alle altre Amministrazioni Pubbliche (Regioni, Camere di Commercio) di supportare la crescita delle aziende, soprattutto PMI, con aiuti economici sostanziosi. L’Unione Europea, infatti, non permette agli Stati Membri di aiutare le imprese con sovvenzioni economiche per non falsare il mercato e la concorrenza.

Questo assunto è ben specificato nell’articolo 87 del Trattato dell’Unione Europea: “Salvo deroghe contemplate nel presente trattato, sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidono sugli scambi tra gli Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza.”

Il regime de minimis, quindi, si prefigura come una deroga all’articolo 87, ma è valida solamente per piccoli “aiuti di Stato” che non vanno a incidere sulla regolarità del mercato europeo. Infatti, il limite massimo di fondi ottenuti in regime de minimis è pari a 200.000 euro nell’arco di tre anni. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul regime de minimis.

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A cosa serve il regolamento de minimis

Gli incentivi statali in favore di imprese o taluni settori specifici non sono ammessi dall’Unione Europea, a meno che non sia la stessa Commissione europea a validare l’aiuto economico. Il regolamento de minimis serve a regolare le agevolazioni fiscali o i finanziamenti di piccole entità, in modo da non dover aspettare ogni volta il via libera della Commissione europea.

Regime de minimis: quali sono le regole da rispettare

Il regolamento de minimis offre molte libertà agli Stati Membri, ma ci sono alcune regole da rispettare tassativamente. La più importante riguarda il limite massimo di aiuti economici che un’azienda può ricevere in regime de minimis: 200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari. Se ad esempio un’impresa ha ottenuto lo scorso anno un incentivo economico pari a 80.000 euro tramite un bando concesso in regime de minimis, vuol dire che per i due anni successivi potrà ottenere finanziamenti da parte dello Stato o da altre amministrazioni pubbliche per un massimo di 120.000 euro. Un’azienda che risponde al bando di un ministero o di una Regione deve dichiarare quanti aiuto ha già avuto in regime de minimis, mentre l’ente pubblico ha l’obbligo di verificare.

Il limite di 200.000 euro aumenta a 500.000 euro per gli aiuti riconosciuti a compensazione per la fornitura di Servizi di interesse economico generale.

Chi può accedere al regime de minimis

Possono accedere ad aiuti economici in regime de minimis qualsiasi azienda, sia per dimensione, sia per forma. Sono previste, però, delle eccezioni.

Per le imprese che svolgono trasporto merci su strada per conto terzi il limite massimo di aiuti in regime de minimis è pari a 100.000 euro. Per il settore agricolo (produzione primaria di prodotti agricoli) il limite nel triennio scende a 15.000 euro. Per il settore pesca e acquacoltura l’importo massimo nell’arco dei tre anni è di 30.000 euro.

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