SEO: come ottimizzare al meglio le immagini

L’ottimizzazione delle immagini gioca un ruolo fondamentale per la SEO. Ecco tutti i consigli per favorire il posizionamento del tuo sito con delle immagini perfette.

Pubblicato il 27 settembre 2020
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Nulla è più importante dell’immagine! Già, anche nel mondo del web le immagini sono fondamentali. Quando si crea un articolo sul proprio sito bisogna stare estremamente attenti a tutti i dettagli se si vuole sfruttare la SEO. Quindi ci si concentra sulla scrittura di testi coinvolgenti, si lavora sull’usabilità del sito e si ottimizza il tutto per rendere appetibile la propria pagina a Google. Ma come ottimizzare anche le immagini per la SEO? Questo è un fattore che viene spesso dimenticato, senza rendersi conto che è fondamentale per scalare le posizioni sui motori di ricerca.

Ecco quindi tutto quello che c’è da fare per ottimizzare al meglio le immagini a livello SEO!

Immagini ad altissima qualità? Non è la strada giusta!

Non c’è nulla di più bello che avere sul proprio sito delle immagini ad alta qualità, ancora meglio se scattate da fotografi professionisti. Vero, ma è anche vero che una scelta di questo tipo va ad inficiare seriamente il buon funzionamento del sito. Perché? Semplice, le immagini ad alta qualità sono elementi molto pesanti che finiscono per rallentare il caricamento del sito.

Quindi cosa fare? Quando abbiamo a che fare con immagini di alta qualità l’ideale è cercare di ridurne peso e dimensioni per renderle più leggere e veloci da caricare. Per riuscire in questo intento l’ideale è affidarsi ai programmi di fotoritocco. Per chi ha dimestichezza con il pacchetto Adobe non c’è nulla di meglio che Photoshop e Fireworks. Non tutti però possono permettersi un programma a pagamento, ecco perché tra blogger e gestori di siti è molto quotato anche Gimp, un software per immagini completamente gratuito.

Grazie a questi programmi le immagini vengono ridimensionate velocemente e possono essere così implementate all’interno dell’articolo senza pregiudicarne il caricamento. Per chi volesse approfondire l’utilizzo di altri software specifici ecco alcuni nomi che potrebbero interessare: TinyPNG, Jpeg Mini, Riot, Paint.net, Gifsicle, JPEGtran, OptiPNG, FileOptimizer e ImageResize.

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Compressione delle immagini: come fare

Come abbiamo accennato precedentemente un’immagine ad alta qualità significa una maggiore pesantezza del file. A catena, questa pesantezza genererà un rallentamento in fase di caricamento. Ciò non significa che per evitare di ritrovarsi con un caricamento lento bisogna scegliere immagini a bassa qualità. Quindi quali immagini scegliere? Il segreto è scegliere degli elementi visivi che raggiungano il giusto compromesso tra qualità e peso. Per ottenere un risultato ottimale bisogna affidarsi alla compressione delle immagini. In che cosa consiste?

Il tasso di compressione è ciò che regola l’immagine che andremo a posizionare sul nostro sito. Come spiegato non c’è una strada perfetta da seguire, è come la metafora della coperta troppo corta: tirando da una parte si accorcia dall’altra. Quindi più comprimo, più perdo qualità ma guadagno in velocità del sito. Al contrario meno comprimo, meno perdo qualità ma il sito sarà rallentato.

Il miglior modo per comprimere un’immagine è basarsi sul peso complessivo della pagina web in cui l’immagine è posizionata. Una pagina che pesa circa 1.5 MB non riuscirà a supportare un’immagine JPG di 600/700 KB. Ecco quindi che si dovrà procedere ad una compressione per raggiungere almeno i 150 KB.

Nome del file: quale scelgo?

Per fare in modo di ottimizzare al meglio le immagini a livello SEO è molto importante la denominazione. Ma come chiamare queste immagini?

Innanzitutto deve essere un nome che descriva con precisione l’immagine. In secondo luogo questo nome deve essere ottimizzato; se salviamo la foto dell’Arena di Verona, dobbiamo creare una denominazione che non si discosti da questa: “arena-verona”. Come si nota dall’esempio è fondamentale la presenza del trattino per distinguere un nome composto da più parole. Il trattino in termini puramente tecnici sostituisce lo spazio e favorisce la lettura HTML.

File delle immagini: quali esistono?

Al giorno d’oggi esistono numerosi formati relativi alle immagini ma quelli principalmente utilizzati sono 5. Eccoli:

  • JPG o JPEG: è il formato più utilizzato in assoluto sul web soprattutto quando si punta a diminuire un po’ la qualità dell’immagine. Il JPG è utilizzato per immagini web e foto-scatti e permette di ridurre la qualità in favore di una maggiore leggerezza. Molto apprezzato per immagini molto colorate.
  • GIF: formato spesso utilizzato quando non è necessaria una qualità altissima delle immagini. Si tratta di un standard molto apprezzato agli albori della rete. Oggi viene principalmente sfruttato per le animazioni.
  • PNG: si tratta di un formato che, anche se compresso, tende a non perdere informazioni. Ciò significa che è molto pesante e quindi non particolarmente indicato per essere inserito all’interno di un articolo. La sua presenza infatti potrebbe rallentarne il caricamento. Di contro è giusto sottolineare come la qualità delle immagini PNG sia di molto maggiore rispetto ai precedenti formati.
  • TIFF: formato estremamente pesante, poco adatto al web. E’ di proprietà di Adobe e raggiunge il massimo dei canali che una foto può avere: 24.
  • WEBP: formato creato da Google proprio per rendere più veloce il caricamento dei siti. Google aveva inizialmente pensato questo formato per il browser Chrome estendendolo poi ad Opera. Le immagini vengono caricate rapidamente, con la normale perdita di qualità.

Come ottimizzare le immagini in WordPress?

Dopo aver scelto la giusta dimensione e, di conseguenza, il giusto peso dell’elemento visivo è importante procedere all’ottimizzazione dell’immagine su WordPress. Cosa significa? Quando carichiamo il nostro articolo dobbiamo ovviamente corredarlo delle immagini che abbiamo scelto. Non basta però inserire l’immagine con tanto di denominazione. Per far sì che la SEO ne benefici è bene compilare anche i campi Tag ALT, l’Attributo TITLE e il testo attorno all’immagine. Vediamo nel dettaglio cosa sono:

Tag ALT

Il Tag ALT è un grande aiuto per Google. Big G infatti non è in grado di leggere alla perfezione le immagini. Il motore di ricerca si basa sul linguaggio HTML e tramite lo spider riesce a capire la rappresentazione dell’immagine proprio tramite il Tag ALT.

Quindi quando si compila il Tag ALT bisogna fare in modo di inserire dettagliatamente le parole chiave che identificano l’immagine, possibilmente evitando di caricare contenuti duplicati. In questo modo riusciamo a dare un significato all’immagine agli occhi di Google. Contestualmente uno dei principali avvertimenti dello stesso motore di ricerca è quello di evitare dei Tag ALT molto lunghi. Motivo? Potrebbe essere considerato spam. Anche qui bisogna essere dei buoni equilibristi.

Attributo TITLE

L’Attributo TITLE invece rappresenta quella piccola descrizione che compare quando passiamo il mouse sull’immagine. E’ considerato un ulteriore elemento per dare più incisività alla descrizione dell’immagine, ma più che per Google è importante per gli utenti, perché è in grado di restituire una didascalia immediata dell’elemento visivo.

E’ bene sottolineare come tra Tag ALT e Tag TITLE oggi il primo sia ancora il più importante. Questo succede perché il Tag ALT è determinante per gli spider di Google, mentre il secondo ha perso la sua incisività con l’aumento smisurato delle ricerche via smartphone, dove non vi è la possibilità di visualizzare la descrizione.

Testo attorno all’immagine

Chiaramente ogni articolo che inseriamo su WordPress è corredato da immagini inerenti all’articolo stesso. Difficilmente parlando dell’Arena di Verona correderemmo un testo con fotografie del Museo Egizio di Torino. Quindi la prima regola da rispettare è che le immagini siano coerenti con il testo. Anche perché Google dal canto suo dà molta importanza al testo per capire di cosa può trattare l’immagine.

I più puntigliosi però utilizzano una tecnica supplementare per ottimizzare le immagini e favorire la SEO, ovvero fanno in modo che nel testo appena precedente e appena successivo all’immagine sia presente il soggetto dell’immagine. Un piccolo accorgimento che non costa estrema fatica e può aiutare a portare visualizzazioni.

Plugin WordPress: quali preferire per l’ottimizzazione?

Per migliorare l’ottimizzazione delle immagini su WordPress esistono molti plugin validi e precisi. Il più famoso è senz’altro WP Smush, probabilmente il plugin più utilizzato per questa pratica. WP Smush consente di ottimizzare sia le immagini già presenti online sia quelle che vengono caricate successivamente.

Ma tra le opportunità di WordPress ci sono altri plugin ugualmente efficaci, eccoli nel dettaglio:

  • ImageRecycle
  • Optimole
  • ShortPixel Image Optimizer
  • EWW Image-Optimizer
  • Imagify Image Optimizer

Conclusione

Come abbiamo potuto valutare a livello SEO l’ottimizzazione dell’immagine è fondamentale per il successo di una pagina web. Un articolo contenente fotografie ben ottimizzate viene caricato più velocemente e riduce di molto il tasso di abbandono della pagina.

Inoltre correggere peso e dimensioni dell’immagine consente anche di dare alla propria pagina web una struttura più leggera e piacevole, in grado di migliorare di molto la User Experience. E, come si sa, la soddisfazione dell’utente è sempre il risultato da raggiungere.

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