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LCP: come ottimizzarlo ed evitare penalizzazioni

Pubblicato il 25 Ottobre 2021

Come ottimizzare il tuo LCP (Long Contentful Paint) con suggerimenti utili ad evitare eventuali penalizzazioni lato SEO.

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La User Experience (UX) è oggi un fattore sempre più determinante per la Search Engine Optimization e Google continua a concentrare la sua attenzione attorno alla qualità di questo parametro. Nel 2020 aveva annunciato un aggiornamento che avrebbe portato i Core Web Vitals (Segnali Web Essenziali) a diventare importanti fattori di ranking, dichiarazione che si è materializzata nel corso del 2021: gli elementi che contribuiscono a migliorare la qualità della UX sono quindi una parte sempre più preponderante del posizionamento di una pagina web all’interno della SERP.

Le metriche accorpate sotto la denominazione di Core Web Vitals sono principalmente tre. La FID o First Input Delay, misura l’interattività della pagina, il CLS o Cumulative Layout Shift valuta la stabilità visiva del caricamento e la LCP: andiamo a scoprire più nel dettaglio quest’ultima metrica, scoprendo cos’è esattamente, a cosa serve e come ottimizzarla.

LCP: cos’è?

Il significato di LCP è Largest Contentful Paint e si tratta di un indicatore che si propone di misurare, in pratica, la velocità con la quale il contenuto principale di una web page viene caricato e diventa pronto per l’interazione con l’utente. In genere Google attribuisce il titolo di “contenuto principale della pagina” all’immagine, al video o all’elemento testuale di maggiori dimensioni della pagina, poiché presume che la parte di contenuto più estesa e rilevante sia proprio quella che risponde meglio alla query immessa dall’utente in fase di ricerca.

È chiaro che LCP e SEO sono strettamente correlati: pur essendoci altri fattori che l’algoritmo considera per valutare la velocità di caricamento di una pagina web (ad esempio il First Contentful Paint o il Time to Interactive) il motore di ricerca assume che il tempo di rendering dell’elemento più grande che l’utente incontra dopo aver cliccato sul link all’interno della SERP sia una metrica essenziale da analizzare.

Google infatti penalizza generalmente i contenuti eccessivamente invasivi come pop up e banners, nonché titoli, video o immagini di apertura di dimensioni eccessive, che non sono rilevanti e correlati all’esigenza dell’utente in navigazione. È risaputo infatti che la soglia di attenzione di chi naviga in rete sia oggi decisamente breve ed è quindi naturale pensare che l’LCP diventi un indicatore discriminante per il successo di un progetto online.

Come misurare e valutare il proprio Largest Contentful Paint?

Esistono diversi strumenti da utilizzare per reperire il proprio LCP e capire se è buono o se ha bisogno di miglioramenti. Google Search Console è tra le risorse più funzionali e pratiche per controllare il Largest Contentful Paint di un URL e capire se qualche porzione del sito web analizzato ha bisogno di ottimizzazioni. È possibile però utilizzare anche altri tools, come Lighthouse, incluso nei Chrome DevTools oppure PageSpeed Insights.

È Google stessa poi a fornire i range di valutazione per stabilire la qualità dei Core Web Vitals e per quanto riguarda il Largest Contentful Paint considera la seguente scala di valori:

  • LCP veloce se < 2,5 secondi
  • LCP che richiede miglioramenti se < 4 secondi
  • LCP scadente se > 4 secondi

È Importante sottolineare anche che ad essere considerato da Google è il valore definito come “LCP aggregato”, ossia il tempo necessario per raggiungere lo stato LCP per il 75% delle visite a un determinato URL.

Cosa succede se il valore LCP è fuori dal limite massimo? Oltre alla bassa considerazione da parte dei bot di Google, la conseguenza più spiacevole è un elevato bounce rate, ossia la percentuale di utenti che abbandonano la pagina subito dopo esserci atterrati, poiché non vi trovano informazioni che rispecchiano le loro richieste.

Un buon LCP incoraggia invece gli utenti a restare, nonché a proseguire la navigazione, rispondendo alle CTA proposte e uscendo in ogni caso dal sito web con un elevato grado di soddisfazione per la positiva user experience sperimentata.

Come migliorare l’LCP di un sito?

Il Largest Contentful Paint non è una metrica estremamente semplice da ottimizzare, poiché richiede un buon livello di preparazione lato SEO e un’ottima preparazione tecnica a livello di programmazione.

A poter giovare di ottimizzazioni ad hoc sono sia i testi che gli elementi multimediali: mentre per i testi può essere sufficiente modificare dimensioni, leggibilità e fluidità di caricamento, per quanto riguarda foto e video è necessario comprimere o ridimensionare i file che vengono caricati sullo spazio web del sito, per assicurarsi che questi siano velocemente caricabili e sufficientemente snelli nella fruizione.

È opportuno anche valutare di eliminare eventuali problematiche legate al server o considerare tecniche di preload che consentano di precaricare le risorse principali del sito web e velocizzarne l’upload. Spesso è opportuno anche intervenire sul codice JavaScript e sui CSS, eliminando le parti di codice non necessarie e favorendo in ogni modo possibile il caricamento dell’elemento principale.

Una cosa è certa: per chi si occupa di SEO, non è oggi più possibile ignorare i Core Web Vitals, così come non dare la massima priorità alla User Experience di chi naviga sulle pagine di un sito web.

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