Guerrilla Marketing: 5 esempi creativi per capire cos'è

Il Guerrilla Marketing è un metodo pubblicitario che si basa sul non convenzionale e la sorpresa. Grazie ai suoi messaggi spiazzanti riesce a massimizzare il rapporto tra visibilità e spesa sostenuta.

Pubblicato il 26 marzo 2020
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Non tutte le guerre utilizzano armi convenzionali, e non tutti i combattimenti sono affrontati a regola d’arte. Talvolta per vincere basta una trovata diversa, un colpo di genio, una guerriglia improvvisa, scioccante.

Anche nell’enorme campo di battaglia del Marketing funziona in questo modo. Ci sono le campagne pubblicitarie standard, pensate per essere efficaci su più canali, poi le strategie di web marketing,che ragionano sui KPI e sulle targettizzazioni, e infine il Guerrilla Marketing, ovvero l’effetto sorpresa, la guerriglia che nessuno si aspetta ma che riesce in poco tempo a cambiare le carte in gioco, magari anche spendendo poco. Guerrilla Marketing: ecco cos’è e quali sono gli esempi vincenti!

Cos’è il Guerrilla Marketing

Il Guerrilla Marketing è definito come una tipologia di marketing assolutamente non-convenzionale, rivoluzionaria, che ha l’obiettivo di ottenere grandi risultati con poco sforzo economico. Si tratta dell’arte di veicolare un messaggio pubblicitario utilizzando dei metodi anticonformistici e spiazzanti.

Così come in tempi di guerra la guerriglia è quella battaglia improvvisa e non pianificata, combattuta con poche risorse, anche nel marketing il Guerrilla Marketing è un’attività pubblicitaria non convenzionale, pensata per creare una strategia efficace a basso costo.

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Breve storia del Guerrilla Marketing

Ma il Guerrilla Marketing non è un’invenzione recente, bensì affonda le sue radici nei primi anni 80, ovvero gli anni dell’esplosione della pubblicità e del suo veicolo migliore, la televisione. In quegli anni a dominare il mercato del marketing non potevano essere altro che i grandi brand, con molti soldi a disposizione e in grado di presidiare tutti i maggiori canali: quotidiani, radio e televisione.

Per i piccoli business cercare di emergere in una situazione simile era impensabile, almeno utilizzando le stesse armi dei propri competitor. Ecco perché una soluzione vincente si rivelò il Guerrilla Marketing, teorizzato da Jay Conrad Levinson nel 1984.

L’idea di Jay Conrad Levinson partiva da due dati da fatto: necessità di fare marketing da un lato e poco budget a disposizione dall’altro. Per farlo un buon marketer doveva creare campagne spiazzanti, in grado di fissarsi nella testa dei consumatori e utilizzando tattiche pubblicitarie anticonformiste. Da quel libro ne nacquero altri studi, si creò una scuola di pensiero con tanti esperti ed oggi, ancora, parliamo sempre più del Guerrilla Marketing. Anzi, i più aperti a questo metodo pubblicitario sono proprio i grandi brand.

Consigli per fare Guerrilla Marketing

Quando si parla di Guerrilla Marketing è difficile dare delle idee pre-impostate, anche perché la stessa definizione del Guerrilla implica il non-convenzionale, ovvero qualcosa di possibilmente mai visto. Ci sono però alcuni consigli da poter regalare a un brand che abbia l’intenzione di attivare una campagna di questo tipo; si tratta di consigli operativi utili per capire cosa e come si può fare. Eccoli nel dettaglio:

  • Online o offline? Una buona campagna di Guerrilla Marketing può essere fatta sia online che offline. Per l’Online si utilizzano i canali che ormai tutti conosciamo, da Instagram a Snapchat, da Youtube ai blog. Ciò che è determinante è che vi sia il passaparola, la curiosità che porta a far girare la vostra idea. A livello di offline invece è importante impostare la propria campagna in modo che più persone la possano vedere, quindi scegliere delle location dove vi sia un buon transito di persone in relazione al vostro target. Siete un brand di abbigliamento streetwear? E’ chiaro che dovrete installare la vostra campagna in una zona di transito di teenager.
  • Coerenza: ogni idea di Guerrilla Marketing, bensì di base sia anticonvenzionale, deve essere coerente con il brand. Il messaggio deve scioccare ma restare in linea con il marchio, diffondere la sua mission. Se attivate una campagna offline fate in modo che anche online ci sia lo stesso imprinting, e viceversa!
  • Imprevisti? Da considerare! Soprattutto per chi attiva una campagna di Guerrilla Marketing Offline ci sono alcuni imprevisti che possono capitare: il meteo avverso, le normative locali da rispettare, confusione nel luogo prescelto. Tutte variabili da tenere in considerazione, che potrebbero anche mandare all’aria la campagna. Ma questo è il Guerrilla Marketing!
  • Non infastidire: esatto, un Guerrilla Marketing ben fatto incuriosisce, stimola l’attenzione ma mai e poi mai deve infastidire le persone e gli ipotetici consumatori. Se questa situazione si verifica potrebbe essere un clamoroso boomerang per l’azienda.
  • Quanto costa il Guerrilla Marketing? Anche pochissimo! Capire quanto costa una campagna di Guerrilla Marketing è complicato. Il punto di partenza è che deve essere un’azione pubblicitaria a basso costo, senza l’impegno di grosse risorse. Dopodiché è compito della fantasia e della creatività del brand cercare di massimizzare il rapporto tra la visibilità e la spesa sostenuta. A volte basta uno sticker posizionato nei posti giusti per far volare il brand!

Esempi di successo di Guerrilla Marketing

Coca Cola

Il primo esempio di Guerrilla Marketing che portiamo è anomalo, perché relativo ad uno dei brand più iconici al mondo e probabilmente il numero uno a livello di comunicazione: Coca Cola.

Ma che bisogno ha Coca Cola di fare Guerrilla Marketing? Per il colosso delle bevande americano è stato forse il miglior metodo per rafforzare ulteriormente la propria posizione nel mercato. Dal 2010 Coca Cola ha sfornato diversi brevi video, senza dubbio girati spendendo poco budget, che hanno giocato sull’emotività, la condivisione e il divertimento. Un modo simpatico per mostrarsi vicino ai clienti e per diffondere la propria filosofia.

Uno dei video di Guerrilla più famosi di Coca Cola è quello intitolato Coca Cola Happiness Machine, in cui un distributore Coca Cola sembra impazzire ed offrire ai clienti un numero esagerato di bottigliette, di mazzi di fiori, di panini giganti, di pizze e persino di bottiglie già stappate e versate nel bicchiere. Conclusione? “Where will happiness strike next?”

Nike

Anche uno tra i brand più amati dell’abbigliamento, Nike, si è messo alla prova con il Guerrilla Marketing, nonostante un pubblico già molto ampio. Obiettivo? Senza dubbio quello di condividere e solidificare la sua mission, fatta di energia da vendere e scosse motivazionali.

Quindi per le strade delle grandi metropoli americane capita spesso di vedere installazioni veramente interessanti, come un enorme pallone da calcio caduto su una macchina oppure un cestino con tanto di tabellone cestistico firmato Nike, un invito a “far canestro e buttar qui”.

Le due azioni di Guerrilla firmate Nike più riuscite però sono altre e assolutamente poco costose: una scala mobile con l’accesso negato da una striscia Nike e una panchina con il logo dell’azienda ma sprovvisto di seduta. Per la serie, “pensa alla salute, non sederti, corri e fai le scale”, magari con abiti Nike. Senza dubbio geniale.

McDonald’s

McDonald’s è un altro grande brand che ha abbracciato il Guerrilla Marketing nelle proprie strategie pubblicitarie. Gli esempi potrebbero essere moltissimi, dislocati in ogni città dove il fast-food ha i propri punti vendita.

Tra le installazioni più famose si registrano le strisce pedonali in versione patatine, che fuoriescono dal sacchetto McDonald’s, e il Mc Muffin’ Breakfast gigante, posizionato sulle panchine di attesa delle pensiline dei bus. Un modo anticonvenzionale per rafforzare la percezione dei propri prodotti agli occhi dei clienti.

Gruppo Generali Assicurazioni

Interessante anche come il Guerrilla Marketing sia molto utilizzato tra le compagnie assicurative più importanti del mondo. In Italia un esempio è dato dal Guerrilla di Gruppo Generali. Il fine di questa campagna era quella di promuovere una nuova filiale a Milano e contestualmente sensibilizzare le persone sull’importanza dell’aspetto previdenziale.

Per questo motivo improvvisamente un sottomarino spuntò da una piazza milanese, con tanto di transenne e passanti incuriositi e basiti. Ma nel mondo previdenziale è molto diffuso attivare il Guerrilla Marketing concentrandosi sull’elemento dell’imprevisto. Ed è così che vi si trovano massi enormi (e finti) piazzati su macchine distrutte, automobili senza ruote nei parcheggi e addirittura auto in bilico su altissimi parcheggi a più piani.

Kitkat

Altro famosissimo esempio di Guerrilla Marketing è firmato Kitkat e rappresenta una panchina-barretta Kitkat aperta a metà, con la panchina che riprende la classica ergonomia del dolce firmato Nestlè. L’idea è nata con l’obbiettivo di rafforzare l’ideale nascosto dietro il famosissimo slogan dell’azienda: “Have a Break, Have a Kitkat”. Non poteva esserci idea più riuscita!

Come abbiamo visto il Guerrilla Marketing spesso nasce da un’idea geniale e altrettanto spesso non necessita di costi elevatissimi. L’unico elemento indispensabile, e non sempre disponibile, è una grande dose di creatività.

L’obiettivo in un solo colpo deve essere quello di colpire il consumatore e massimizzare il messaggio del brand. Per metterla in atto il più grande ostacolo è cercare di non incappare in cavilli burocratici e rispettare tutte le normative vigenti. Dopodiché sarà il pubblico a decretarne il successo!

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