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Green Marketing: i migliori suggerimenti per le imprese del settore energetico

Pubblicato il 13 Ottobre 2020

In cosa consiste il Green Marketing e quali strategie adottare per promuovere la propria impresa online e offline? Ecco alcuni suggerimenti utili per le PMI

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La sostenibilità è di tendenza, e il verde funziona: la strategia di marketing alla base sembrerebbe essere semplice. C’è però un’importante distinzione da fare: il greenwashing (strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche volta a dare un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale) non dà risultati a lungo termine. Anzi, quando scoperta crea un senso di sfiducia nel consumatore. Al contrario, il Green Marketing è l’arte di commercializzare in modo credibile i propri prodotti come un’azienda veramente sostenibile. Ed è questo che alla lunga funziona.

In particolare tra le giovani generazioni si osserva un profondo cambiamento di valori, permeato dall’idea di sostenibilità: ben il 45% dei consumatori sostiene di prestare attenzione all’impronta ambientale nelle proprie decisioni d’acquisto. Affinché la tua impresa raggiunga dunque un’ampia copertura di mercato, i clienti devono essere convinti non solo dal prezzo e dalla qualità della tua offerta, ma anche dalla consapevolezza ambientale.

Cos’è il Green Marketing?

Il Green Marketing non riguarda solo i prodotti, ma l’azienda nel suo insieme. Il marketing sostenibile, come evoluzione dell’eco-marketing, combina il successo economico di un’azienda con un valore aggiunto ambientale e sociale per i dipendenti, i clienti e tutta la società. Una patina verde e un’illustre selezione di sigilli e certificati di qualità sulla confezione sono quindi tutt’altro che sufficienti. La definizione di Green Marketing comprende ogni singolo aspetto del prodotto, dalla produzione al confezionamento, dalla pubblicità alla distribuzione. Ciò include ad esempio:

  • produzione sostenibile
  • impronta neutra di CO2
  • produzione a risparmio idrico
  • utilizzo di materiali riciclati
  • materie prime rinnovabili
  • riciclabilità del prodotto dopo l’uso
  • produzione e imballaggio zero rifiuti e zero plastica
  • produzione locale o regionale
  • sufficiente prodotto a salari equi, senza l’uso di lavoro minorile

Una responsabilità sociale e ambientale tangibile è quindi un must per un autentico Green Marketing. Ma non solo: dovrebbero essere presenti anche i concetti di responsabilità aziendale e di sviluppo sostenibile, senza dimenticare standard elevati in materia di diritti umani, e di protezione sociale a ogni singolo anello della catena del valore. Solo allora un’azienda potrà definirsi “green” in modo davvero convincente.

Il 33% degli acquirenti considera consapevolmente i criteri di sostenibilità quando decide di acquistare un prodotto, e questa tendenza è in aumento (pure non includendo ancora il numero di coloro che inconsciamente tengono conto di questi criteri nelle decisioni di acquisto). Di conseguenza, chi non riesce a capitalizzare il Green Marketing non solo perde l’opportunità di acquisire nuovi clienti, ma corre anche il rischio di perdere quelli esistenti.

Tre strategie per il Green Marketing

Il Green Marketing è un concetto davvero ampio, che può essere messo in atto in molti modi diversi. Ci sono però alcune strategie popolari che sempre più PMI scelgono di adottare.

Cause-Related Marketing (CrM)

Per ogni prodotto venduto, una somma di denaro o un prodotto va a una ONG o viene utilizzato per uno scopo ambientale o sociale chiaramente definito. Per stabilire un collegamento chiaramente riconoscibile con la propria corporate identity, il partner di cooperazione (o lo scopo di beneficenza) deve essere coerente con il portafoglio del donatore e l’impegno deve essere documentato e comunicato in modo trasparente. Solo in questo modo si può costruire la fiducia nel marchio. Un esempio? la campagna del birrificio tedesco Krombacher: un metro quadrato di foresta pluviale per l’acquisto di una cassa di Krombacher. Un altro esempio è quello di Pampers, che ha donato una vaccinazione antitetanica per ogni confezione di pannolini venduti.

Trasparenza e responsabilità

Fedele a questo motto, un’azienda dovrebbe fornire una rendicontazione di sostenibilità trasparente che superi i requisiti legali divulgando, ad esempio, il nome dei fornitori, le origini e i mezzi per ottenere le materie prime per i suoi prodotti. Ciò favorisce la fiducia e la fidelizzazione dei clienti sia nell’azienda che nei suoi prodotti. Chi ha la coscienza pulita non ha nulla da nascondere, del resto.

Campagne e iniziative senza branding

La strategia consiste nell’avviare una campagna che promuova il bene comune o la sostenibilità, ma che a prima vista non ha nulla a che fare con l’azienda, e potrebbe addirittura danneggiare le vendite dei suoi prodotti. Il marchio di abbigliamento outdoor Patagonia, ad esempio, si è impegnato nell’uso sostenibile degli indumenti sostenendo la riparazione di indumenti danneggiati e la rivendita di indumenti già indossati.

Un tale approccio favorisce la semplicità e la credibilità, il che contribuisce in ultima analisi ad acquisire nuovi clienti e alla fedeltà a lungo termine di quelli esistenti. Inoltre, tali campagne offrono molte opportunità per creare punti di contatto personali con la propria nicchia di riferimento.

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