Pubblicato il 13 Ottobre 2020
L'economista Alessandra Lanza ha individuato quali sono i mercati da tenere d'occhio nei prossimi mesi. Dalla Germania alla Cina: ecco dati e dettagli
L’export, la semplificazione, la digitalizzazione sono elementi fondamentali che permetteranno all’economia italiana di ripartire dopo l’emergenza sanitaria. Il nostro Paese vanta un prestigio riconosciuto in tutto il mondo, che caratterizza davvero tanti settori economici: design, moda, alimentare, manifattura, per citarne alcuni. Ed è proprio sulla promozione del Made in Italy nel mondo che occorre investire.
L’export però dovrà poter contare su infrastrutture di ultima generazione e competenze aggiornate, che favoriranno la competitività e lo sviluppo del Paese. Questo lo afferma anche Pier Francesco Latini, AD di SACE. Ma quali sono i mercati su cui poter contare, le rotte da intraprendere nei percorsi di internazionalizzazione? L’economista Alessandra Lanza, senior partner di Prometeia, ha individuato 5 mercati da presidiare nei prossimi mesi.
- Made in Italy e pandemia: l'importanza del Piano B
- Unione Europea: quali sono i mercati su cui puntare?
- Mercati fuori dall'UE con maggiore potenziale
Made in Italy e pandemia: l’importanza del Piano B
L’economista Alessandra Lanza ha individuato quelli che saranno i 5 mercati più promettenti a partire dall’autunno per l’export del Made in Italy. Ha selezionato le Nazioni che hanno fronteggiato l’emergenza prima delle altre e dove è e sarà possibile ripristinare prima i canali di scambio.
Naturalmente, si tratta di un panorama in continuo mutamento, anche a causa della pandemia e non è possibile fare delle previsioni che siano troppo a lungo termine. Infatti, secondo Lanza «La cautela è d’obbligo. Proprio per questa ragione le imprese devono avere un atteggiamento tattico, tenendosi pronte a correggere il tiro in caso di necessità, spostandosi verso altri mercati».
Dunque è importante avere un piano B e sapere quali sono i Paesi più promettenti: se è necessario analizzarli e presidiarli tutti, per muoversi da uno all’altro in caso di necessità. Le aziende, incluse le PMI, interessate a intraprendere un percorso di internazionalizzazione o rafforzare la propria presenza all’estero devono dunque maturare una conoscenza profonda di diversi mercati ed avere in serbo un piano alternativo.
Bisogna anche considerare che il cambio euro/dollaro ha un tasso variabile e non bisogna ignorare le tensioni geopolitiche che da sempre influiscono sulle operazioni legate all’export.
Questi però sono particolari a cui le aziende sono già abituate, mentre ora è necessario tenere d’occhio soprattutto le influenze date dalla pandemia, che ha mutato profondamente i mercati e per ritornare a livelli normali si dovranno attendere almeno due anni.
Unione Europea: quali sono i mercati su cui puntare?
Lanza individua quindi 5 rotte per l’export: Cina, Germania, Svizzera, Corea e Singapore. Andiamo con ordine e partiamo dai mercati più facili da raggiungere, perchè interni all’Unione Europea. La Germania prevede una riduzione del Pil del -6% che è minore della media europea (-8%). Qui le aziende italiane potranno continuare a stringere collaborazioni commerciali, in particolare nella zona compresa tra Reno e Meno.
Anche la Svizzera può essere un paese in cui esportare il Made in Italy. Anche in piena emergenza ha continuato a importare da diverse Nazioni del mondo, producendo un aumento del 3,6% rispetto al 2019. Il Paese rappresenta oggi un vero e proprio centro catartico e hub di distribuzione soprattutto di prodotti farmaceutici.
Mercati fuori dall’UE con maggiore potenziale
Uscendo fuori dai confini europei, gli occhi sono puntati alla Cina, che è il primo paese in cui si è diffuso il Covid-19, ma anche quello che ha reagito prima e tutt’oggi ha in parte superato la pandemia. Naturalmente, anche qui ci saranno importanti ripercussioni, infatti si prevede una brusca frenata del Pil: nel 2020 segnerà un +1,6% dopo il clamoroso +6,1% del 2019.
Tuttavia, gli scambi commerciali tra Italia e Cina sono sempre stati floridi e anche stavolta si stanno riattivando numerose opportunità.
Lanza poi cita Singapore e Corea, che hanno saputo fronteggiare la dilagante pandemia grazie alla digitalizzazione. In questo caso però l’ostacolo è legato alla logistica, punto dolente delle aziende italiane. Tuttavia, settori come moda e design sono molto apprezzati. Per superare le difficoltà occorre lavorare sull’e-commerce.