Pubblicato il 18 Giugno 2025 da Redazione Italiaonline
La cannibalizzazione SEO può compromettere il posizionamento su Google e confondere l’algoritmo. In questo articolo scopriamo cos’è, perché si verifica, quali sono le conseguenze e soprattutto come prevenire la cannibalizzazione delle keyword.
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Hai mai scritto due articoli simili e notato che nessuno dei due si posiziona bene su Google? Probabilmente stai affrontando un problema di cannibalizzazione SEO. Questo fenomeno si verifica quando più contenuti dello stesso sito web si contendono la stessa parola chiave, indebolendo la forza complessiva della tua strategia di posizionamento.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, avere tante pagine che parlano dello stesso argomento non sempre rafforza il messaggio… Spesso lo diluisce! Google, non sapendo quale pagina mostrare, potrebbe decidere di non mostrarne nessuna in alto nei risultati di ricerca. Oppure, peggio, potrebbe posizionare quella meno rilevante per gli utenti.
In questo articolo approfondiremo cosa significa realmente cannibalizzazione delle keyword, quali sono le sue conseguenze sul traffico organico, come individuarla con strumenti SEO e quali strategie adottare per evitarla o risolverla. Se vuoi davvero farti trovare, serve una sola voce forte e chiara, non un coro disordinato.
Cosa si intende per cannibalizzazione SEO
La cannibalizzazione SEO si verifica quando più pagine di uno stesso sito competono per la stessa parola chiave o intenti di ricerca molto simili. In pratica, invece di rafforzarsi a vicenda, finiscono per farsi concorrenza. Questo può succedere con articoli di blog, schede prodotto, categorie o anche landing page troppo simili tra loro.
Facciamo un esempio concreto: immaginiamo un sito che vende scarpe da corsa e ha due articoli ottimizzati per la keyword “migliori scarpe running 2025”. Entrambi cercano di posizionarsi su Google per la stessa query. Il risultato? Google potrebbe dividere la “forza” tra i due contenuti, riducendo la probabilità che uno di essi salga nelle prime posizioni.
La cannibalizzazione delle keyword, quindi, può generare confusione nell’algoritmo di Google, che non riesce a capire quale contenuto mostrare agli utenti. E se Google è confuso, anche l’utente lo sarà.
Inoltre, è uno spreco di risorse. Scrivere contenuti duplicati o molto simili porta via tempo, budget e opportunità di presidiare altre parole chiave importanti. Ecco perché è bene conoscere e riconoscere la cannibalizzazione keyword prima che danneggi la tua strategia SEO.
Le conseguenze della cannibalizzazione delle keyword
Il primo problema dell’ignorare la cannibalizzazione delle keyword è la dispersione dell’autorità. Invece di convogliare tutto il valore SEO (link in entrata e CTR) su una pagina forte e rilevante, questi segnali vengono distribuiti tra più contenuti simili, indebolendo l’intero sito.
In secondo luogo, Google potrebbe mostrare nei risultati la pagina sbagliata. Magari hai creato una guida completa pensata per convertire i lettori, ma il motore di ricerca continua a mostrare un articolo meno aggiornato o meno rilevante. Questo accade proprio a causa della cannibalizzazione SEO, che manda segnali confusi sull’intento principale delle pagine.
Un’altra conseguenza da non sottovalutare è l’aumento del bounce rate. Quando l’utente atterra su una pagina poco pertinente rispetto alla sua ricerca, tende ad abbandonarla in fretta. Questo comportamento può essere interpretato da Google come segnale di bassa qualità, influenzando negativamente anche altre pagine del sito.
Infine, c’è un danno strategico: più contenuti in concorrenza interna significano anche più lavoro inutile. Invece di produrre contenuti differenziati e intercettare nuove keyword, si rischia di rimanere fermi sempre sugli stessi argomenti, perdendo opportunità di crescita.
Come identificare ed evitare la cannibalizzazione SEO
Per risolvere un problema, bisogna prima saperlo riconoscere. Identificare la cannibalizzazione SEO è il primo passo per tornare a far volare il tuo sito nei risultati di ricerca.
Ma come si fa? Uno dei metodi più semplici è cercare su Google: digita “site:tuosito.it parola chiave” e guarda se compaiono più pagine per la stessa query. Se sì, potresti avere un problema.
Un altro metodo più avanzato è utilizzare strumenti SEO come Google Search Console, Semrush, Ahrefs o Sistrix. Analizzando le parole chiave per cui si posizionano le tue pagine, puoi scoprire se ci sono sovrapposizioni. Se più URL si posizionano per la stessa query con prestazioni altalenanti, è un campanello d’allarme: potrebbe trattarsi di cannibalizzazione delle keyword.
Una volta individuata, ci sono diverse strade per risolverla. Ecco le più efficaci:
- Unificare i contenuti: se hai più articoli simili, valuta la possibilità di fonderli in un unico contenuto più completo;
- Applicare il redirect 301: reindirizza le pagine più deboli verso quella principale, così da trasferire anche il valore SEO.;
- Riorganizzare l’architettura: usa tag canonici, noindex o modifica la struttura dei link interni per dare un segnale chiaro a Google;
- Diversificare le keyword: evita che due articoli si “pestino i piedi”. Cambia l’intento, il titolo o i termini di ottimizzazione.
E soprattutto pianifica. Una buona strategia SEO parte da un piano editoriale ben definito, che assegni una parola chiave primaria a ogni contenuto. Solo così potrai dire addio alla cannibalizzazione keyword e vanta una pubblicità online su un sito forte, coerente e ben posizionato. Se hai bisogno di aiuto nel farlo, puoi sempre chiedere il supporto di Italiaonline.