Pubblicato il 22 Giugno 2020
Il Piano Transizione 4.0 è stato inserito nella Legge di Bilancio 2020 e mira a disegnare la nuova politica industriale dell’Italia. Gli obiettivi sono legati all’innovazione tecnologica, al design e alla sostenibilità.
Il decreto attuativo del Piano, firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, è stato finalmente registrato dalla Corte dei Conti e verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Con questa operazione si intende quindi mettere le aziende al centro dell’evoluzione del Paese: occorre fornire soluzioni e strumenti adeguati a incrementare la competitività delle imprese italiane, valorizzando il Made in Italy. Puntando su tematiche specifiche, che ruotano attorno all’innovazione, sarà anche più semplice ripartire dopo l’emergenza Coronavirus. A tal fine, il Piano Transizione 4.0 stanzia 7 miliardi di euro a favore della crescita e ripartenza.
Piano Transizione 4.0: temi centrali
Il Piano Transizione 4.0 è diventato Decreto attuativo. Il provvedimento mette a disposizione le risorse necessarie per favorire gli investimenti delle imprese, sia quelli presenti che quelli futuri. I temi attorno a cui si concentreranno le iniziative a favore delle aziende, e quindi anche delle PMI, sono quelli già anticipati. Infatti, tutto gira attorno ad un focus principale, l’innovazione: a questo sono legati il design, ricerca e sviluppo, formazione 4.0 e sostenibilità. Nei prossimi anni l’economia girerà sempre più intorno a tali argomenti e solo i mercati capaci di stare al passo coi tempi potranno evolversi e trainare i Paesi di riferimento.
L’obiettivo principale è quindi quello di incentivare la digitalizzazione del sistema economico italiano, puntando verso l’economia circolare e altre soluzioni sostenibili, ma anche verso l’aumento di competenze tecnologiche di imprenditori e personale aziendale.
Azioni principali per le PMI
Grazie al Piano Transizione 4.0 saranno mobilitati 7 miliardi di euro destinati alle imprese che, più di tutte, metteranno al centro l’innovazione. Nel decreto si definisce l’operatività di alcune strategie e soprattutto i criteri tecnici per classificare le attività di ricerca e sviluppo e di innovazione tecnologica ed estetica, che verranno ammesse al credito di imposta, ma anche l’individuazione degli obiettivi della transizione digitale ed ecologica. Inoltre, vengono chiariti i criteri legati al periodo delle spese ammissibili e degli oneri documentali.
Vediamo nello specifico quali sono le principali azioni a favore delle PMI presenti nel Piano Transizione 4.0. Innanzitutto, si chiarisce la natura del credito di imposta per gli investimenti in beni strutturali. L’obiettivo è incentivare le aziende ad acquistare beni e servizi funzionali alla transizione digitale dei processi produttivi da usare nelle sedi aziendali localizzate in Italia. In poche parole, sono previste agevolazioni per chi introdurrà in azienda apparecchi e altri strumenti o servizi innovativi.
Un altro intervento è il credito di imposta per la spesa in ricerca, sviluppo, innovazione tecnologica pensato per le imprese che voglio abbracciare l’economia circolare e soluzioni sostenibili. Infine, è previsto un credito di imposta per la Formazione 4.0 destinato alle aziende che formeranno il personale con corsi specifici.
Infatti, non è sufficiente introdurre le tecnologie, ma puntare anche a creare le conoscenze e le competenze adeguate a poter utilizzare al meglio i beni e strumenti introdotti nei processi aziendali. Questi sono gli ingredienti pensati dal Governo per trasformare l’Italia in un Paese competitivo e per favorire la ripartenza dell’economia dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19. All’interno del sito del Ministero dell’Innovazione e dello Sviluppo Economico è possibile leggere un approfondimento che raccoglie in un’unica pagina tutti i documenti e le normative di riferimento sul Piano Transizione 4.0.