Prestiti imprese Covid-19, il vademecum dell'ABI

Quali sono le caratteristiche dei prestiti gestiti da SACE e dal Fondo di Garanzia disposti col Decreto Liquidità? Lo spiega una circolare pubblicata da ABI

Pubblicato il 07 maggio 2020
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Nella fase di ripresa dal Covid-19 sarà fondamentale mettere a disposizione delle imprese italiane la liquidità per affrontare le spese più urgenti, per esempio quelle legate ai costi di gestione o al personale.

Tale necessità è ribadita anche dal DL 23/2020 conosciuto come Liquidità Imprese, che ha avanzato alcune misure a sostegno del tessuto imprenditoriale italiano con il sostegno degli istituti di credito. In questo contesto, l’ABI – Associazione delle Banche Italiane – ha emanato nuove regole sui prestiti garantiti dal fondo PMI e quelli coperti da SACE, previsti rispettivamente dall’articolo 13 e dall’articolo 1 del Decreto Legge 23/2020. Per facilitare la comprensione di tutte le nuove regole ha pubblicato un vademecum. Per ottenere i finanziamenti, l’impresa deve rivolgersi direttamente alla banca o al Ministero, dopo aver individuato tutte le soluzioni possibili. Ecco come orientarsi grazie alle linee guida dell’ABI.

Prestiti per imprese e professionisti: dove reperire informazioni?

In base alle disposizioni del Decreto Cura Italia, confermate successivamente nel Decreto Liquidità, sia le PMI che i liberi professionisti con Partita Iva possono accedere ai prestiti garantiti dal Fondo di Garanzia per le PMI e solo dopo aver superato la propria quota a disposizione possono richiedere un ulteriore prestito garantito rivolgendosi a SACE.

In questa occasione, SACE ha sviluppato Garanzia Italia, un portale specifico che permette agli imprenditori di approfondire i tipi di aiuto e le procedure, grazie a materiali, guide e una sezione FAQ. Naturalmente è possibile reperire tutti i moduli e i documenti per richiedere il prestito coperto dalla garanzia SACE così come indicato nel Decreto e tutte le banche accreditate a cui rivolgersi.

Tutte le informazioni sui prestiti ottenuti grazie al Fondo di Garanzia possono invece essere consultate sul relativo sito ufficiale che viene costantemente aggiornato con nuove disposizioni, dati e tutte le domande legate anche a chi ha già ottenuto la concessione del prestito.

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Insomma, le imprese italiane hanno due organi a disposizione per ottenere liquidità: ma quali sono le caratteristiche dei diversi prestiti? In cosa consiste la procedura per richiederli? Queste e altre risposte si possono ottenere leggendo il vademecum che ABI ha pubblicato il 2 maggio 2020.

Come funzionano i prestiti garantiti da SACE: cosa dice il vademecum ABI

Secondo quanto stabilito nell’articolo 1 del Decreto Liquidità, per tutto il 2020 SACE concederà garanzie alle banche e altri istituti per tutti i finanziamenti erogati alle imprese italiane. Le garanzie dipendono dalla dimensione dell’impresa:

  • 90% per imprese con meno di 5.000 dipendenti e fino a 1,5 miliardi euro di fatturato.
  • 80% per imprese con numero di dipendenti o fatturato maggiore di 1,5 miliardi di euro.
  • 70% per imprese molto grandi con un fatturato che supera i 5 miliardi di euro.

Il finanziamento avrà una durata massima di 6 anni a cui si aggiungono eventualmente due anni di preammortamento. Inoltre, l’importo non potrà essere superiore al 25% del fatturato prodotto nel 2019 o al doppio dei costi del personale per il 2019. Un’unica impresa potrà richiedere anche più finanziamenti, senza superare i limiti consentiti dalla Legge.

Procedure per ottenere il prestito SACE

Le procedure per richiedere il prestito sono diverse in base alla dimensione dell’azienda. Le imprese di piccole e medie dimensioni (quelle che hanno fino a 5000 dipendenti e un fatturato massimo di 1,5 miliardi di euro) possono accedere ad una procedura semplificata, rivolgendosi direttamente ad una delle tante banche convenzionate. Il prestito è erogato solo dopo che lo Stato concede la garanzia.

Le imprese più grandi devono attendere il verdetto dal Ministero dell’Economia, che prende in considerazione il valore dell’azienda rispetto al territorio. Per esempio, si considera quale contributo offre alla competitività dell’Italia nel mercato internazionale oppure il ruolo dell’innovazione e nello sviluppo tecnologico, l’impatto sull’occupazione del Paese e così via.

Tutte le aziende che richiedono il finanziamento devono comunicarne la finalità e dimostrare di avere determinati requisiti, per esempio l’assenza di crisi finanziaria prima dell’emergenza sanitaria da Covid-19. ABI chiarisce che le imprese possono accedere ai finanziamenti anche dopo l’entrata in vigore del Decreto, ovvero a partire dal 9 aprile 2020.

Prestiti con Fondo di Garanzia: caratteristiche

Oltre a spiegare come funzionano i prestiti coperti da SACE, ABI nel suo vademecum si dedica anche a quelli richiesti col Fondo di Garanzia. Tutti i dettagli sono descritti all’interno dell’articolo 13 del Decreto Liquidità. ABI chiarisce che esistono tre tipi di prestito:

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  • Fino a 25mila euro con garanzia al 100%. È possibile richiedere fino al 25% dei ricavi dell’impresa in base all’ultimo bilancio o dichiarazione fiscale (nel caso in cui le imprese nate dopo il 1° gennaio 2019 è possibile presentare altri documenti equivalenti). La banca può erogare l’importo anche se l’istruttoria da parte del Fondo non è conclusa (basta la verifica formale dei requisiti) perché non si paga la garanzia che viene rilasciata automaticamente. La restituzione avviene in sei anni.
  • Fino a 800mila euro con garanzia che può raggiungere il 100% (90% del Fondo + 10% del Confidi). Questo tipo di prestito è destinato alle imprese che hanno un fatturato di 3,2 milioni di euro. Dopo una verifica delle condizioni finanziarie dell’azienda, le PMI possono accedere al Fondo gratuitamente.
  • Fino a 5 milioni di euro garantiti al 90% per tutte le aziende con meno di 500 dipendenti. Il prestito non può superare il doppio dei costi salariali del 2019 o il 25% del fatturato totale dello stesso anno. La garanzia è gratuita, si pagano però gli interessi. Anche in questo caso, il prestito viene concesso esaminando il profilo economico e finanziario dell’azienda, senza prendere in considerazione i rapporti con le banche negli ultimi mesi.

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