Pubblicato il 28 Marzo 2022
Il nomadismo digitale è riconosciuto e definito anche dalla normativa italiana: il nostro Paese si prepara a diventare una meta per i remote worker. Ecco i dettagli
Il Decreto Sostegni Ter contiene numerose novità in campo normativo, tra queste anche l’introduzione nell’ordinamento italiano della figura del nomale digitale. Viene così riconosciuta ufficialmente una professione che ormai esiste da tanti anni. Più che una professione si tratta però di una filosofia di vita, una modalità lavorativa capace di sfruttare al massimo le opportunità del digitale. Ma chi sono? E cosa dice la nuova Legge?
Chi sono i nomadi digitali
Il nomadismo digitale nasce con la diffusione dei dispositivi mobili, come portatili e smartphone, che consentono di connettersi da ogni parte del mondo e lavorare senza essere legati a una postazione in ufficio. Finalmente anche la normativa italiana riesce a trovare una definizione: si tratta di un professionista altamente qualificato che usa strumenti tecnologici che gli consentono di lavorare in modo autonomo da remoto anche fuori dall’Italia.
D’ora in poi i lavoratori stranieri con questo status potranno entrare nel nostro Paese secondo precise modalità, per esempio senza il nulla osta lavorativo stabilito dal Decreto Flussi. Basta un visto d’ingresso per ottenere uno speciale permesso di soggiorno per un anno estendibile al nucleo familiare. Tra le condizioni spicca quella di avere un’assicurazione sanitaria. I cosiddetti remote worker dovranno pagare regolarmente le tasse e dovranno avere diversi requisiti come un reddito, una sistemazione e la fedina penale pulita.
Questa Legge nasce per allinearsi a tanti Paesi d’Europa e del mondo e per attirare talenti dall’estero. Con questo intervento l’Italia vuole incentivare il turismo dei remote worker. Infatti, il nostro Paese ha una forte attrattiva per questi professionisti: garantisce tutte le infrastrutture necessarie, ma anche un ottimo clima, un patrimonio culturale, storico e naturalistico senza paragoni, perfetto per i lavoratori che vogliono conciliare vita lavorativa e privata. Si tratta, quindi, di un primo passo per creare un vero e proprio modello per ospitare i nomadi digitali.
Molti professionisti hanno già scelto il nostro Paese e si sono trasferiti anche nei borghi che permettono una migliore concentrazione e uno stile di vita sano e tranquillo. Questa modalità lavorativa nasconde opportunità per tutti i soggetti coinvolti, quindi è il momento di sfruttarle pienamente.
Vantaggi del nomadismo digitale
Innanzitutto, essere remote worker ha un vantaggio per il professionista interessato che può lavorare senza essere ancorato all’ufficio: questo tipo di lavoro è figlio dei nostri tempi e sicuramente si diffonderà ulteriormente nei prossimi anni. Chi può trarre vantaggio da questa filosofia di vita? Sicuramente le agenzie di viaggio e i tour operator, che possono pensare a pacchetti su misura. Ciò vale anche per gli Hotel e le strutture ricettive.
Ma i nomadi digitali che arrivano nel nostro Paese possono sfruttare positivamente l’esperienza con tutti i strumenti digitali a disposizione, per esempio le Storie di Instagram possono essere usate per narrare le proprie esperienze in giro per il mondo, in modo da ispirare altri remote worker a caccia della prossima destinazione. Il ruolo del digitale in questo contesto è cruciale: Italiaonline è pronta a supportare chi desidera sfruttare le opportunità grazie agli strumenti di marketing online.