DL Rilancio, che cosa è il Fondo Patrimonio PMI

Il Fondo Patrimonio PMI è pensato per incrementare le disponibilità finanziarie delle piccole aziende. Scopri di cosa si tratta

Pubblicato il 21 maggio 2020
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Il DL Rilancio rappresenta uno dei tanti provvedimenti varati dal Governo per aiutare cittadini e imprese ad affrontare la crisi causata dal Coronavirus. Nello specifico contiene un pacchetto di misure pensate per rilanciare l’economia nelle diverse sfere sociali, e in modo particolare aiutare le imprese a ripartire.

Il Decreto Legge 19 maggio 2020 n. 34 ha un titolo che mette in chiaro anche gli obiettivi “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonchè di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”. Tra le diverse iniziative per le aziende di piccole dimensioni spicca il Fondo Patrimonio PMI.

Fondo Patrimonio PMI: di cosa si tratta

Il Fondo Patrimonio PMI prevede una dotazione di 4 miliardi di euro per il 2020. La sua gestione è affidata a Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa Spa) o a una società controllata a cui sarà consentito lavorare secondo una contabilità specifica. Il Fondo è mirato alla sottoscrizione, entro il 31 dicembre, di “obbligazioni o titoli di debito di nuova emissione” emessi da parte di società o cooperative con sede legale in Italia e caratterizzate da:

  • Ricavi da 5 a 50 milioni di euro nel 2019.
  • Riduzione del 33% dei ricavi a marzo e aprile 2020.
  • Aumento di capitale non inferiore a 250mila euro.

Ulteriore contributo per i beneficiari di Resto al Sud

Un’altra novità riguarda le imprese ammesse ai contributi di Resto al Sud. Queste potranno avere un’ulteriore agevolazione a fondo perduto di 15mila euro per le attività svolte individualmente e fino a 40mila euro per quelle esercitate in società.

Resto al Sud è la misura che incentiva la nascita di attività imprenditoriali nel Mezzogiorno e nelle aree colpite dal sisma nel 2016 e 2017. Potranno usufruire di questo ulteriore contributo le imprese che hanno già completato le spese ammesse alle agevolazioni e sono in regola col pagamento delle rate del finanziamento bancario e altri oneri previsti dalla normativa.

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DL Rilancio: altre misure per le PMI

Le imprese di piccole dimensioni potranno essere sostenute anche grazie ad altre misure contenute del Decreto. Una delle più importanti è il rifinanziamento del Fondo di Garanzia PMI con ulteriori 3.950 milioni di euro per il 2020. Grazie a questo intervento, le PMI accederanno più facilmente ai crediti perché lo Stato si preoccuperà di contro-garantire i prestiti richiesti durante il periodo di crisi sanitaria.

Ci sono interessanti novità anche per l’incentivo Smart&Start. Anche in questo caso, si è deciso di incrementare la dotazione finanziaria che per il 2020 sarà di 100milioni di euro in più. Inoltre, verrà esteso il contributo a fondo perduto anche alle startup innovative che hanno sede nel Cratere sismico del Centro Italia.

Invitalia gestirà anche 403 milioni di euro pensati per coprire le spese in DPI e strumenti di sicurezza effettuate dalle aziende negli ultimi mesi. Infatti, in questo momento storico non solo è importante iniettare nel tessuto imprenditoriale la liquidità necessaria per pagare le spese del personale e i contributi, ma anche quella per dotarsi di tutte le misure anti-contagio: mascherine, guanti, visiere, barriere per il distanziamento e tutto il necessario per proteggere personale interno, ma anche clienti e fornitori che entrano in contatto con l’azienda.

Esenzioni per le PMI: dall’IMU alla bolletta elettrica

Le PMI saranno sostenute anche con alcune esenzioni contributive. Non dovranno versare l’IRAP per il 2019 e saranno esenti dalla prima rata del 2020, corrispondente ad un acconto del 40%. L’agevolazione è rivolta alle imprese con ricavi compresi da zero a 250 milioni di euro e tutti i lavoratori autonomi che hanno lo stesso volume di compensi.

Per le imprese che da marzo a maggio 2020 hanno subito una riduzione del 50% di fatturato rispetto ai relativi mesi del 2019 è stato istituito un credito di imposta che può andare dal 30% al 60% del canone mensile di locazione degli immobili usati per le attività imprenditoriali. Anche in questo caso, l’agevolazione è rivolta alle aziende e lavoratori autonomi che nel periodo di imposta precedente hanno registrato compensi e ricavi minori di 5 milioni di euro. Questa agevolazione è destinata anche alle strutture turistiche e alberghiere indipendentemente dai compensi registrati.

Il credito di imposta può essere usato in compensazione, ovvero nella dichiarazione dei redditi del periodo corrispondere al sostenimento della spesa e può essere anche ceduto al locatore, concedente o altri soggetti, istituti di credito compresi.

All’interno del DL Rilancio rientra anche l’annullamento della prima rata dell’IMU per la rata che scade il 16 giugno 2020 per chi possiede e gestisce immobili destinati all’uso di alberghi o pensione, cioè quelli classificati al catasto come D/2. Questa agevolazione è valida anche per i proprietari e gestori di stabilimenti balneari, fluviali, marittimi e lacuali.

Il DL Rilancio prevede anche una riduzione dei costi della bolletta dell’energia elettrica per usi non domestici, ed in particolare per attività produttive e commerciali. In particolare, verranno alleggerite le quote fisse (voci “trasporto e gestione del contatore” e “oneri generali di sistema”) che quindi non dipendono dall’energia consumata.

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