Credito d'imposta Industria 4.0, tutte le novità

Attività di Ricerca e Sviluppo ma anche di Innovazione Tecnologica e Design: il Decreto del MISE introduce novità per usufruire dei bonus

Pubblicato il 28 luglio 2020
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Finalmente le imprese potranno usufruire delle nuove agevolazioni sotto forma di credito di imposta: così è stabilito dal Decreto del MISE del 26 maggio 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 21 luglio. All’interno del documento spiccano nuovi bonus per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione tecnologica, ma anche il design e l’ideazione estetica.

In alcuni casi, le agevolazioni possono passare dal 6% al 12% in base al tipo di spesa effettuata dall’azienda. Anche il tetto massimo si è ampliato passando da 1,5 a 3 milioni di euro. La Legge di Bilancio 2020, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre 2019, aveva già esteso le spese ammissibili in base all’attività dell’impresa, per esempio quelle legate al personale, servizi di consulenza e i beni materiali. Tuttavia, l’operatività è stata rimandata al decreto attuativo che ora finalmente è pubblicato ed è entrato in vigore. Vediamo quindi quali sono effettivamente i crediti di imposta per le attività legate al piano Industria 4.0.

Credito di imposta 12% per attività di ricerca e sviluppo

La prima agevolazione introdotta è pensata per attività di ricerca e sviluppo e viene chiarita all’interno del comma 200 del provvedimento. Chiarisce che tali operazioni potranno contare su un bonus del 12% per un massimo di 3 milioni di euro. Sono ammesse attività di Ricerca Fondamentale e Industriale, ma anche di Sviluppo Sperimentale in campo Scientifico e Tecnologico. Vediamo nello specifico quali sono le attività ammesse e i risultati da raggiungere per ciascun tipo di intervento.

I bonus in Ricerca Fondamentale sono concessi a organizzazioni che si occupano di lavori sperimentali o teorici pensati per acquisire nuove conoscenze in campo scientifico e tecnologico attraverso l’analisi dei fenomeni fisici e naturali. Non è necessario considerare l’uso di tali tecnologie a breve termine. Il risultato delle attività di ricerca fondamentale è espresso attraverso schemi, teorie interpretative, diagrammi e altri fatti che emergono durante i lavori.

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Per quanto riguarda la Ricerca Industriale, rientrano tutti i lavori pensati per trasformare le conoscenze derivate da un’attività di Ricerca Fondamentale in una vera e propria attività aziendale. Quindi questo ambito si concentra sull’applicazione pratica delle tecnologie sperimentate. In particolare, le attività mirano a risolvere problemi di carattere scientifico o tecnologico. Il risultato viene rappresentato sotto forma di un modello di prova che consente di verificare un’ipotesi di partenza e dare dimostrazione della possibilità o meno di passare ad una fase successiva, senza però la necessità di rappresentare il prodotto o processo nel suo stato finale.

Le attività legate allo Sviluppo Sperimentale prevedono lavori basati su conoscenze esistenti, ottenute partendo da un lavoro di ricerca o dell’esperienza pratica. Tali lavori hanno lo scopo di acquisire conoscenze e informazioni tecniche per realizzare nuovi prodotti o processi produttivi innovativi.

Credito imposta Innovazione Tecnologica

Il decreto prevede un credito di imposta del 6% fino ad un importo massimo di 1,5 milioni di euro per attività di innovazione tecnologica. L’obiettivo è realizzare prodotti o processi produttivi migliorati sia sul piano della tecnologia impiegata, sia su quello dell’eco-compatibilità o dell’ergonomia.

Quindi, non sono ammesse le attività standard per il miglioramento della produzione o l’adeguamento di un prodotto alle specifiche richieste di un cliente o per un controllo qualità. Allo stesso tempo, non hanno valore le modifiche minori a prodotti e processi già implementati nell’impresa oppure lavori tecnici avviati solo in seguito a problemi e guasti di un impianto. All’interno del decreto ministeriale spiccano anche i criteri per stabilire se i lavori possono accedere all’agevolazione. Per esempio, le attività aziendali devono prevedere prodotti nuovi o significativamente migliorati. Ciò significa che i beni e i servizi si devono nettamente differenziare rispetto a quelli già proposti. Devono quindi presupporre l’uso di materiali nuovi e innovativi o l’introduzione di software incorporati o novità per facilitano l’utilizzo.

Oltre a questi rientrano anche le attività volte a migliorare i processi. In questo caso, devono essere introdotti nuovi metodi e processi di produzione e distribuzione del prodotto e cambiamenti significativi negli impianti, macchinari e attrezzature usate, ma anche legate all’efficienza, alla sostenibilità e sicurezza.

È prevista una maggiorazione del 10% per i lavori di innovazione tecnologica che hanno come obiettivo la transizione ecologica e l’innovazione digitale 4.0 i cui criteri sono descritti in modo chiaro e dettagliato all’interno del Decreto.

Bonus Design e Ideazione Estetica

Il credito di imposta del 6% fino a 1,5 milioni di euro è invece pensato per le aziende che lavorano nel settore tessile, calzaturiero, nella moda, nell’occhialeria, ma anche nelle realizzazioni orafe e nella lavorazione del legno e della ceramica. Le imprese possono usufruire del bonus a patto che innovino in modo significativo il design e la forma dei prodotti artigianali o industriali.

Infatti, non si parla di cambiamenti tecnici o funzionali. Per il settore della moda o altri settori che rinnovano regolarmente le proprie collezioni, l’agevolazione è prevista per la realizzazione di nuove collezioni che abbiano più elementi di novità per quanto riguarda materiali, tessuti, disegni, forme, colori ed elementi simili.

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