Come utilizzare l'analisi ABC per la gestione del magazzino

L’analisi ABC per il magazzino serve alla gestione delle scorte e alla massimizzazione di produttività dell’inventario. Un metodo matematico che permette di analizzare i dati e di individuare i punti di forza e di debolezze del tuo stoccaggio.

Pubblicato il 14 maggio 2021
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Un magazzino ben fornito è il segreto per accontentare un gran numero di clienti. Ma la gestione del magazzino comporta dei costi elevati e sapere gestire l’invenduto, trasformando le scorte in risorse produttive, è indispensabile per ogni attività commerciale.

Le performance dell’inventario possono essere misurate con diversi metodi e strumenti: uno di questi è l’analisi ABC che, se applicata adeguatamente, può aumentare la redditività delle scorte e ottimizzare gli investimenti.

Cos’è l’analisi ABC?

L’analisi ACB è un metodo scientifico applicato al magazzino per l’analisi dei dati sulle scorte e sulla loro produttività in un determinato arco temporale. In sostanza serve ad identificare i prodotti più redditizi per l’attività commerciale e quelli che, invece, producono soltanto costi.

Questa analisi si fonda sul Principio di Pareto, o regola del 80/20, che afferma che sono sufficienti il 20% delle cause per provocare l’80% degli effetti. Per utilizzare questo metodo, si deve classificare il proprio inventario in 3 categorie sulla base del fatturato complessivo.

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Le tre categorie dell’analisi ABC del magazzino

  • Gruppo A: sezione “money maker” del magazzino, ovvero quella parte di articoli, solitamente in percentuale ridotta, che produce la parte maggiore delle entrate. Essendo le scorte di maggiore valore devono essere salvaguardate e valorizzate.
  • Gruppo B: articoli di magazzino dal valore intermedio, che generano attorno al 15% del fatturato e che possono oscillare, a seconda delle richieste di mercato, fra la categoria A e la categoria C.
  • Gruppo C: sono le scorte improduttive, le giacenze che rappresentano appena il 5% del fatturato.

A cosa serve l’analisi ABC?

Riuscire ad ottimizzare gli investimenti sul magazzino vuol dire trovare un proficuo equilibrio fra articoli disponibili e costi di approvvigionamento. L’analisi ABC serve proprio a studiare le scorte dal punto di vista della loro performance. I vantaggi sono evidenti:

  • Soddisfare la clientela: se le scorte dei prodotti più richiesti si esauriscono, si perdono vendite e clienti. Questi ultimi infatti cercheranno l’articolo dai concorrenti e potrebbero diventarne compratori abituali.
  • Risparmiare denaro: le scorte improduttive hanno costi elevati, perché vanno gestite e occupano spazio in magazzino. Se sono materiali deperibili, il rischio è quello di perdere il capitale investito.

L’analisi ABC funziona?

L’analisi ABC è una delle possibili metriche da applicare per l’analisi del magazzino. Ve ne sono anche altre, basate sulla frequenza di vendita o sulla movimentazione di una variante, i cui risultati possono essere incrociati per offrire una panoramica esaustiva. Inoltre, l’analisi ABC ha alcune mancanze che rendono necessario il ricorso ad altri strumenti integrativi, anche basati sull’intelligenza artificiale. Qui di seguito quelle più evidenti:

  • Non considera la stagionalità: alcuni prodotti sono soggetti a impennate di richiesta tali, durante determinati periodi, da giustificare un passaggio dal gruppo B al gruppo A.
  • Non si applica ai prodotti in fase di lancio: nessuno storico sulla performance è disponibile per i nuovi articoli, per i quali è opportuno attendere qualche mese prima di assegnare loro una categoria di inventario.

Ottimizzare vendite e profitti con il gruppo A

Soffermiamoci infine sul gruppo A dell’analisi ABC, ovvero quello che produce l’80% delle entrate. Come si ottimizza la sua gestione? Ecco qualche suggerimento per farlo:

Rafforzare la supply chain

La catena di rifornimento è vitale. Per avere sempre sotto controllo l’approvvigionamento, è consigliabile creare un rapporto solido e fiduciario con il fornitore principale. Cosa che non deve precludere la possibilità di acquistare anche da altri, anzi! Avere un fornitore di riserva permette di non correre il rischio di esaurimento delle scorte.

Monitorare le scorte

Il monitoraggio del gruppo A consente all’attività commerciale di soddisfare la richiesta dei clienti grazie alla disponibilità dei prodotti più richiesti e quindi più performanti. Ma come si tengono sotto controllo le giacenze? Uno degli approcci più funzionali è quello di individuare il punto di riordino, ovvero quello che indica il più basso quantitativo di scorte prima del necessario rifornimento. Un dato utile sia per mantenere lo stock al livello ottimale, sia per automatizzare il processo di acquisto.

Investire nel gruppo A

Gli articoli in stock nel gruppo A sono quelli più performanti, ovvio quindi concentrare buona parte degli investimenti su di essi, ad esempio ordinandone un quantitativo maggiore per essere pronti a picchi di domanda. Questo passaggio può innescare un ulteriore meccanismo virtuoso: se la domanda aumenta è possibile incrementare gradualmente i prezzi degli articoli ed avere un margine di profitto maggiore.

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