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Blockchain per startup e Pmi in Italia: firmato rapporto Ocse-Mise

Pubblicato il 11 Settembre 2020

Le tecnologie emergenti possono avere ripercussioni positive per Pmi, startup e in generale per la crescita e competitività del Paese. Ecco cosa dice il report

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“Blockchain per startup e Pmi in Italia” è il rapporto firmato da Ocse e Cfe (Centro per l’Imprenditorialità, le Pmi, le Regioni e le Città), il gruppo di lavoro voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico e guidato da Lamia Kamal-Chaoui.

Il progetto vanta anche diversi collaboratori, tra cui Mirella Liuzzi, sottosegretario al Mise con delega alle Tlc. L’obiettivo è individuare le soluzioni date dalle tecnologie emergenti alle Pmi e startup e soprattutto cercare di capire quali sono le ripercussioni legate alla crescita e alla competitività delle aziende, e di conseguenza di tutta l’Italia. L’iniziativa ha richiesto più di un anno di lavoro e ha dato vita ad un testo di circa 80 pagine. Rappresenta un progetto unico in Italia e presenta uno studio dettagliato della blockchain in relazione alle aziende italiane. Il suo valore è molto alto, soprattutto se consideriamo che il Paese sta attraversando un periodo complicato dove le nuove tecnologie rappresentano una enorme opportunità di ripresa.

Blockchain: un’opportunità per le Pmi italiane

La blockchain può aiutare lo sviluppo delle Pmi e delle startup italiane e aprire nuove opportunità di business, in un modo momento in cui il futuro delle aziende è ricco di incertezza. Il documento stilato da Ocse e Cfe raccoglie i punti di forza, le criticità, gli obiettivi da raggiungere ma anche degli approfondimenti su alcuni casi studio del nostro Paese.

Secondo il report, la situazione economica italiana rappresenta un terreno fertile per lo sviluppo della blockchain, declinata in tanti settori: “È consistente il numero di Pmi italiane molto attive nei mercati internazionali, con una percentuale che sfiora il 40% delle esportazioni complessive del Paese, equivalente a 153 miliardi di dollari su un totale di 379 miliardi per l’anno 2017 (Oecd 2020).”

Il tessuto imprenditoriale italiano guarda già oltre i confini nazionali e questo è un vantaggio da sfruttare. Inoltre, l’Italia è situata sopra la media Ocse per quanto riguarda l’integrazione di soluzioni ICT nei processi e nelle organizzazioni delle aziende e ciò “rappresenta un dato interessante perché le imprese italiane della blockchain si rivolgono principalmente alle Pmi”.

“Strategia italiana per la Blockchain e i registri distribuiti”: di cosa si tratta

Parliamo di un progetto redatto grazie a 30 esperti indicati dal MISE e mette le basi per creare una strategia nazionale capace di integrare le tecnologie basate su registri condivisi (blockchain) nell’organizzazione delle piccole e medie aziende.

Dopo un periodo di consultazione pubblica, che è terminato il 20 luglio 2020, le osservazioni pervenute sono valutate dagli esperti per elaborare poi una proposta finale e stilare una strategia. La blockchain e tutte le tecnologie basate sui registri distribuiti verranno discusse e, in particolare, si cercherà di capire come possono essere utili nei diversi settori privati ma anche nella Pubblica Amministrazione.

Il Ministro Patuanelli ha sottolineato che l’obiettivo è quello di “supportare e favorire la transizione digitale del sistema produttivo e di far diventare l’Italia un Paese europeo all’avanguardia nelle tecnologie emergenti”.

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