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Portare gli utenti dal web al negozio con il Drive to Store

Pubblicato il 07 Marzo 2020

Cos'è il Drive to Store e come fa questa strategia local a ridurre le distanze tra online e off line.

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Negli ultimi anni, Internet è diventato un punto di contatto privilegiato tra un’azienda e i suoi potenziali clienti. Per questo motivo, ridurre le distanze tra online e offline e, nello specifico, portare gli utenti dal web al negozio è di fondamentale importanza. Questa pratica viene definita Drive to Store: scopriamo insieme come funziona e quali sono le best practice in ambito Drive to Store Marketing.

Cosa significa Drive to Store

Il significato di “Drive to Store”, come già accennato, fa riferimento all’insieme di azioni di marketing finalizzate a gestire il punto di contatto online tra il brand e il futuro cliente in modo da aumentare le visite e le vendite nei negozi fisici.

5 consigli per una buona campagna Drive to Store

  1. Creazione di una user experience dedicata sulla pagina prodotto, che deve essere studiata appositamente per mostrare al potenziale cliente il punto vendita più vicino e la disponibilità del prodotto selezionato. Lo store locator deve essere aggiornato e includere orari d’apertura e chiusura, giorni di riposo e indirizzo preciso. Non è tutto: all’interno della pagina prodotto è consigliabile inserire una serie di call to action con l’obiettivo di spingere l’utente verso il negozio fisico;
  2. Curare nel dettaglio la propria scheda Google My Business, avendo cura di inserire la localizzazione sulla mappa, gli orari di apertura, le foto e i video della propria attività e dei prodotti e/o servizi offerti;
  3. Campagne Google Ads per incrementare il traffico in un negozio fisico a partire dal web. Il segreto è far capire ai clienti che cercano prodotti o servizi nelle vicinanze che la propria attività si trova lì vicino ed è in grado di offrire proprio ciò che si sta cercando e alle condizioni più vantaggiose. Come fare? Impostando le sedi dell’attività con Google, utilizzando le estensioni di località per migliorare gli annunci con informazioni pertinenti a livello locale, sviluppando la migliore strategia di targeting e di offerta per i potenziali clienti che si trovano vicini a una delle sedi dell’attività;
  4. Campagne pubblicitarie su Facebook . Il social network di Mark Zuckerberg prevede l’obiettivo pubblicitario “traffico nel punto vendita”. Su Facebook è possibile personalizzare le inserzioni in modo da estrarre le informazioni locali per ognuno dei propri punti vendita, utilizzare un’unità con mappa dello strumento di localizzazione dei punti vendita e pulsanti di call to action per incoraggiare le persone a visitare il punto vendita più vicino e, inoltre, mostrare inserzioni alle persone entro una data distanza da ciascun punto vendita;
  5. Analisi delle performance, che in questo caso dovrà necessariamente coniugare informazioni e dati online e offline.
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