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Come fare pubblicità su Spotify

Pubblicato il 22 Settembre 2022

Come fare pubblicità su Spotify per promuovere prodotti o servizi

Contenuto:

La possibilità di ascoltare la musica in streaming ha rivoluzionato il mondo della discografia, ma non solo: il successo di piattaforme dedicate all’ascolto in streaming di canzoni (ma anche podcast), come per esempio Spotify, ha infatti creato nuovi spazi e nuove opportunità per fare pubblicità. Per sfruttare al meglio questa possibilità, però, bisogna sapere quanto costa sponsorizzare su Spotify il brand e i propri prodotti o servizi e come sfruttare in modo corretto ed efficace tutti gli strumenti pubblicitari che la piattaforma mette a disposizione degli inserzionisti.

Cos’è Spotify

Spotify è un servizio musicale digitale svedese che permette di ascoltare in streaming on demand su diversi dispositivi canzoni di varie case discografiche ed etichette indipendenti e podcast. Tra le varie opportunità. gli utenti di Spotify possono sfogliare un catalogo di musica concessa in licenza e creare e condividere playlist con altri utenti. La registrazione gratuita permette di ascoltare musica e podcast senza costi ma con annunci pubblicitari, mentre la sottoscrizione di un abbonamento dà la possibilità di accedere allo streaming illimitato senza pubblicità.

La platea di utenti è molto vasta. Come è possibile leggere sul sito internet ufficiale di Spotify alla data di settembre 2022, Spotify è “il servizio in abbonamento di streaming audio più popolare al mondo, con una community di oltre 433 milioni di utenti, inclusi 188 milioni di abbonati Spotify Premium, in 183 mercati”. Non solo: nello stesso periodo, un’analisi condotta assieme a Nielsen ha rivelato che Spotify è “la piattaforma audio digitale più utilizzata in Italia”.

Avere la possibilità di rivolgersi a un bacino così ampio è una ghiotta opportunità da non lasciarsi scappare, anche perché audio e podcast sono tra i trend digitali degli ultimi anni. Ma come farlo? Nel 2021, l’offerta Spotify Advertising per l’Italia si è arricchita con l’introduzione anche nel nostro Paese di Spotify Ad Studio, il gestore self-service che consente a chiunque di creare e gestire campagne pubblicitarie audio e video sulla piattaforma.

Cos’è Spotify Ad Studio e come funziona

Per poter utilizzare Spotify Ad Studio è necessario avere un account su Spotify. Con il gestore di annunci pubblicitari self-service è possibile creare e gestire campagne basate su singoli annunci ma anche campagne più complesse con diversi annunci all’interno di gruppi di annunci, impostando gli obiettivi di marketing e il budget, ottimizzando il targeting del pubblico, registrando annunci audio gratis e monitorando le campagne pubblicitarie in tempo reale.

Con Spotify Ad Studio, più nello specifico, si possono creare annunci personalizzati con i servizi di produzione audio messi a disposizione gratuitamente dalla piattaforma: è possibile scegliere da una libreria di brani di sottofondo, collaborare con i doppiatori e accedere al mixaggio audio professionale, tutto in un unico spazio virtuale. Chi lo desidera, però, può anche caricare le risorse audio o video già ultimate.

Se si sceglie come obiettivo di marketing la copertura, gli annunci sono distribuiti al numero di ascoltatori unici più alto possibile; diversamente, se l’obiettivo è la distribuzione delle impressioni, gli annunci sono distribuiti il maggior numero di volte possibile, allo scopo di mantenere il brand al centro dell’attenzione e incoraggiare gli utenti a compiere un’azione (visitare il sito o il negozio, iscriversi a un servizio, riscattare un codice promozionale etc.).

Per quanto riguarda il budget, bisogna tener conto del fatto che le campagne pubblicitarie su Spotify Ad Studio partono da un minimo di 250 euro. I prezzi, però, variano in base al formato pubblicitario selezionato (annunci audio, annunci video, annunci durante i podcast o soluzioni multiformato) e al pubblico. È possibile controllare come è speso il budget e modificare in tempo reale la frequenza con la quale le persone ascoltano l’annuncio.

Il target è un altro aspetto fondamentale: a questo proposito è utile sapere che su Spotify gli utenti condividono i loro gusti e ciò fa sì che sia possibile raggiungere gli ascoltatori giusti nei momenti più opportuni per loro e per l’azienda. Non si tratta esclusivamente di dati demografici (come età, genere, posizione e lingua) ma sono presi in considerazione anche i comportamenti di ascolto e gli interessi, nonché i contesti d’uso del servizio. Ad alcuni inserzionisti (quelli che usufruiscono di tutti i servizi) è inoltre data la possibilità di sfruttare le opzioni di targeting personalizzato.

Analizziamo ora più nel dettaglio i vari formati pubblicitari messi a disposizione da Spotify. Gli annunci audio hanno una durata massima di 30 secondi, sono trasmessi tra una canzone e l’altra e possono includere un link cliccabile con call to action.

Gli annunci Video Takeover sono trasmessi durante una sessione di ascolto mentre l’utente sfoglia in maniera attiva il catalogo di Spotify, quando l’app è in primo piano e l’audio è attivo: anch’essi hanno una durata massima di 30 secondi e includono un banner con una call to action personalizzabile.

Le Sponsored Session sono annunci video che precedono e avviano una sessione di ascolto di 30 minuti senza pubblicità: come gli annunci Video Takeover, sono mostrati quando l’app è in primo piano e l’audio è attivo e includono un banner cliccabile che appare dopo la riproduzione del messaggio video, avviando così la sessione di ascolto di 30 minuti ad-free.

Spotify, come detto, dà la possibilità anche di creare formati personalizzati. Oltre alle varie tipologie di annunci Display è possibile, per esempio, optare per le cosiddette Sponsored Playlist: sponsorizzando le playlist create e gestite da Spotify si mette in contatto il brand con una fanbase di ascoltatori fedeli tramite le loro playlist preferite.

Chi decide di fare pubblicità su Spotify attraverso il gestore self-service ha anche accesso ai report delle campagne in tempo reale: ciò consente di poter monitorare in ogni momento le prestazioni degli annunci e l’andamento del budget ed eventualmente, nel caso in cui emergano criticità, permette di modificare la propria strategia in corso d’opera, in modo tale da arginare ogni rischio di minima perdita.

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