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Welfare PMI: impatto del Covid e obiettivi per la ripartenza

Pubblicato il 29 Settembre 2020

Il report "Welfare Index PMI" realizzato da Generali Italia prende in considerazione la situazione delle piccole e medie aziende in Italia. Ecco i datli

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Il report “Welfare Index PMI” realizzato da Generali Italia è giunto alla sua quinta edizione e quest’anno ha analizzato gli effetti del Covid-19 sul welfare aziendale. Dalla nuova organizzazione del lavoro alle attività formative per la sicurezza, fino all’applicazione delle norme anti-contagio: sono tante le attività portate avanti dalle piccole e medie aziende nel 2020, soprattutto quelle legate alla gestione dell’emergenza da Coronavirus. Le aziende si sono rimboccate le maniche, hanno reagito, pazientato, si sono impegnate per ripartire e convivere con la “nuova normalità“.

Insomma, non è stato un anno facile, nonostante ciò le imprese attivamente interessate e impegnate nel welfare aziendale con iniziative mirate al contrasto della pandemia sono quelle che hanno saputo gestire meglio la crisi e continuare ad operare, senza fermarsi. Il report è basato su due diverse indagini. La prima interpreta i risultati di un questionario sottoposto a 4mila imprese di ogni settore svolto in due fasi, una tra febbraio e marzo e l’altra a maggio-giugno. La seconda indagine è stata invece svolta su circa 2mila aziende e si è focalizzata su come hanno vissuto la crisi e quali conseguenze hanno avuto.

Emergenza Covid e welfare aziendale: i dati della ricerca

A primo impatto, le indagini confermano che le aziende hanno avvertito la crisi come qualcosa di profondo e importante per il futuro, sia durante il lockdown che a posteriori. Le imprese che puntano sul welfare hanno saputo reagire in modo più veloce e avuto migliori performance. Le aziende attive in tal senso sono il 52,3% in Italia, contro il 45,9% dell’anno precedente. Quindi per la prima volta si è sfondato il muro del 50% del campione, un segnale davvero importante.

Tra le imprese già impegnate in attività di welfare, ben il 78,9% ha confermato di aver portato avanti le iniziative anche nel 2020, mentre il 27,7% ha deciso di aggiungerne di nuove o ha rafforzato quelle esistenti. Diverse attività hanno riguardato da vicino la gestione dell’emergenza Covid.

Per esempio, l’80% ha fornito presidi e materiali di sicurezza, organizzato corsi di formazione e diffuso informazioni sulle norme anti-contagio. Il 12% delle aziende ha addirittura attivato dei canali di consulenza e assistenza sanitaria per i propri dipendenti, mentre il 24,6% ha partecipato o organizzato iniziative volte alla comunità esterna o a sostegno del sistema sanitario nazionale.

La gran parte ha dichiarato di avere oggi una maggiore consapevolezza sull’importanza della sicurezza e salute sul luogo del lavoro, mentre il 70% ha affermato che in futuro si impegnerà ancora di più nel welfare aziendale. I vantaggi sono d’altronde evidenti. Infatti, puntare su questo significa, in tanti casi, produrre e guadagnare di più: le aziende prevedono un tasso di produttività del +6% nel biennio e un + 11,5% del tasso di occupazione (la media nazionale è del 7.5%).

Quali sono le prospettive per il futuro?

Senza dubbio, l’emergenza Coronavirus preoccupa attualmente tante PMI. L’8,8% si sente minacciata e sta pensando a misure drastiche per sopravvivere, mentre il 42,2% prevede di affrontare cambiamenti non estremi ma comunque necessari.

L’impatto futuro dipende anche dal settore: secondo la ricerca i più colpiti saranno il turismo e la ristorazione, ma anche l’abbigliamento, i trasporti e i settori automotive e meccanico. Allo stesso tempo, le aziende di micro e piccole dimensioni rischiano maggiormente di chiudere rispetto a quelle di medie dimensioni.

In questo contesto, il welfare può aiutare qualsiasi tipo di realtà a evolversi e introdurre misure a favore del benessere aziendale di tutto il personale, ma può anche assumere un ruolo strategico per affrontare e gestire crisi e sfide quotidiane.

Il report è stato presentato il 22 settembre 2020 in presenza anche del Premier Giuseppe Conte. Durante la presentazione sono state riconosciute anche 78 aziende in occasione del Welfare Champion.

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