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Pubblicità mascherine e dispositivi sanitari: quali sono le regole

Pubblicato il 11 Febbraio 2021

La pubblicità di qualsiasi dispositivo sanitario, anche delle mascherine, deve essere approvata dal Ministero della Salute: ecco quali sono le regole

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Le aziende che producono e vendono dispositivi sanitari o medico-diagnostici, come ad esempio le mascherine, non possono fare pubblicità liberamente. Per poter effettuare campagne pubblicitarie sanitarie, dovranno richiedere l’approvazione al Ministero della Salute.

La pubblicità di prodotti sanitari, infatti, è regolata da specifiche normative e linee guida emesse proprio dal Ministero: per ogni messo di diffusione scelto dall’azienda, sarà necessario inviare la corretta documentazione e dopo 45 giorni si otterrà l’accettazione, o meno, dello spot. Esiste una ben definita procedura, che ha dei costi e dei tempi stabiliti, che ogni azienda potrà seguire per ottenere i permessi necessari a fare pubblicità ai prodotti sanitari che vende. Queste linee guida sono fondamentali per chi vende mascherine e DPI online oppure nel suo negozio e desidera promuoverle. Ecco quali sono le regole e cosa c’è da sapere.

Pubblicità sanitaria: chi può farla e dove

La richiesta di pubblicità sanitaria può essere presentata sia dall’azienda che fabbrica i dispositivi medici, che dai distributori che li mettono in commercio. L’autorizzazione a diffondere gli spot relativi al prodotto deve però arrivare dal Ministero della Salute, a cui le aziende o i distributori dovranno inviare formale domanda in cui siano specificati il prodotto pubblicizzato, il tipo di spot e il mezzo di diffusione.

Per chi vuole pubblicizzare mascherine o altri dispositivi medici, bisogna rispettare le normative vigenti che prevedono che siano rispettate due condizioni:

  • la titolarità di tutti i prodotti pubblicizzati deve appartenere o all’azienda fabbricante, o alla ditta che si occupa della distribuzione
  • i prodotti devono appartenere alla stessa categoria merceologica ed essere finalizzati alla stessa destinazione d’uso o al trattamento della stessa categoria di patologie.

I mezzi di diffusione scelti per la pubblicazione dello spot dovranno essere indicati nella domanda presentata e potranno essere a scelta tra:

  • cortometraggio televisivo e cinematografico
  • comunicato radio
  • stampa quotidiana e periodica
  • stampa punto vendita, come cartelli in vetrina, espositori, volantini o opuscoli destinati alle farmacie
  • cartellonistica stradale o affissioni
  • altro (web, social media).

Pubblicità sanitaria: costi e tempi

La richiesta di autorizzazione della campagna pubblicitaria comporta il pagamento di una tariffa di 380,10 euro per ogni testo, ogni prodotto e ogni mezzo di diffusione scelto da corrispondere attraverso bonifico bancario o bollettino postale alla Tesoreria provinciale dello Stato sez. di Viterbo. Ad esempio, scegliendo di fare una pubblicità per una mascherina, con un testo associato per un quotidiano, l’importo da versare sarà di 380,10 euro. Se invece si vuole fare la pubblicità per una mascherina, con un testo da diffondere sia su un quotidiano che via comunicato radio, la tariffa da versare sarà doppia e pari a 760,20 euro. Inoltre, alle domande andranno allegate anche due marche da bollo da 16 euro ciascuna.

Dopo il pagamento di quanto dovuto, le aziende potranno scegliere di inviare tutta la documentazione tramite posta ordinaria, posta elettronica, posta elettronica certificata oppure consegnandola a mano presso gli uffici di Roma. Dopo l’invio, il Ministero della Salute avrà 45 giorni di tempo dalla data di accettazione della domanda o dalla data di ricezione della PEC per dare la sua risposta.

Pubblicità mascherine: come presentare la domanda

La richiesta di autorizzazione dovrà quindi contenere tutte le informazioni sul prodotto, come la documentazione che attesti il marchio CE del dispositivo sanitario e tutti gli stampati che lo accompagnano, come ad esempio etichette, istruzioni per l’uso o scatole. Alla richiesta andranno allegati i moduli forniti dal ministero (disponibili a questo link), oltre che copia della ricevuta di versamento, copia del testo pubblicitario firmato, timbrato e con affisse due marche da bollo, e in caso di autocertificazione anche copia del documento di identità del responsabile che presenta la domanda.

La documentazione potrà quindi essere inviata attraverso posta tradizionale alla Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del servizio Farmaceutico (DGDMF), all’indirizzo PEC dgfdm@postacert.sanita.it o a mano presso l’apposito ufficio. L’accettazione o meno della domanda sarà comunicata alle aziende attraverso posta tradizionale o PEC, a seconda del mezzo scelto per l’invio.

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