Incentivi alle imprese: perché richiedere un voucher digitale?

I voucher digitali sono contributi a fondo perduto voluti dal MISE e gestiti dai PID delle Camere di Commercio di tutta Italia. Ecco perché è vantaggioso richiederli

Pubblicato il 07 agosto 2020
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Sono sempre di più le aziende che si affidano alle soluzioni ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) e non solo per automatizzare i propri processi organizzativi e produttivi. Le nuove tecnologie permettono infatti di migliorare l’operatività e, allo stesso tempo, incrementano il livello di competitività nei mercati internazionali.

Uno dei benefici è la dematerializzazione dell’azienda: non è più necessario avere a disposizione grandi spazi per conservare documenti cartacei, pratiche e altre scartoffie, perché tutti i documenti utili possono essere conservati all’interno di un computer. Ma questo è solo un piccolo esempio degli enormi vantaggi della digitalizzazione aziendale. Per aiutare il sistema imprenditoriale italiano ad acquisire queste soluzioni, il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) con l’aiuto delle Camere di Commercio italiane ha istituito i Punti d’Impresa Digitale e i voucher digitali. Ecco cosa sono e come possono aiutare le imprese.

PID e voucher digitali i4.0: facciamo chiarezza

I Punti Impresa Digitale, conosciuti comunemente come PID, nascono dal volere del Ministero dello Sviluppo Economico che ha chiesto alle Camere di Commercio di creare degli spazi specializzati nell’assistenza e affiancamento alle imprese che vogliono intraprendere percorsi di digitalizzazione. I PID sono inseriti nel Piano Nazionale Impresa 4.0 varato dal Governo e finanziato grazie alle risorse stanziate dal D.M. 22 maggio 2017.

Nello specifico, i destinatari dell’iniziativa sono le micro, piccole e medie imprese appartenenti a qualsiasi settore economico. Loro infatti formano la maggior parte del tessuto economico italiano, ma allo stesso tempo sono svantaggiate: infatti spesso non hanno le risorse a disposizione per poter operare scelte legate alla digitalizzazione capaci di farle crescere ed influire positivamente su tutto il territorio circostante. I PID offrono quindi diversi tipi di aiuto alle aziende e tra questi spiccano i voucher digitali.

Si tratta di contributi a fondo perduto che coprono parte delle spese sostenute per la trasformazione digitale, dall’acquisto di servizi di consulenza all’introduzione di beni strumentali nell’ambito Impresa 4.0. fino alla formazione di dipendenti e imprenditori. I voucher sono erogati tramite appositi bandi da parte delle singole Camere di Commercio in Italia.

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Voucher digitali: quali sono le spese ammesse al contributo?

I bandi per i voucher digitali sono pubblicati all’interno dei siti web delle Camere di Commercio ma possiedono tutti alcune caratteristiche comuni. Una di queste riguarda appunto le spese ammissibili, cioè quegli acquisti che vengono in parte finanziati grazie al contributo a fondo perduto. La percentuale così come i fondi a disposizione possono variare in base al singolo bando.

Gli ambiti tecnologici sono uguali per tutti e sono descritti negli avvisi. Per esempio, i progetti proposti possono riguardare l’uso delle tecnologie 4.0, come l’Internet of Things, cloud, fog e quantum computing, stampa 3D, intelligenza artificiale, blockchain e così via. Solitamente tali ambiti tecnologici sono elencati nel secondo articolo del bando.

Le spese ammissibili devono quindi essere connesse all’impiego di tali tecnologie e nello specifico riguardano:

  • L’acquisto di servizi di consulenza e formazione per l’uso e l’implementazione in azienda delle tecnologie individuate;
  • L’acquisto di beni e servizi strumentali, incluse spese di connessione, funzionali all’acquisizione delle tecnologie abilitanti;
  • Spese per l’abbattimento degli oneri di qualsiasi natura, per esempio quelli finanziari.

I contributi per sostenere le spese possono arrivare fino a 10.000 euro in base alle disponibilità finanziarie della Camera di Commercio.

Perché richiedere il voucher digitale?

Il voucher digitale può quindi essere usato per l’acquisto di servizi e beni legati al digitale. Per esempio per acquisire in azienda un nuovo software gestionale oppure un sistema di collaborazione da remoto, computer e altri dispositivi e così via.

Grazie a questa iniziativa le aziende possono quindi operare la trasformazione digitale senza gravare troppo sul proprio bilancio. Le imprese riescono così a trovare soluzioni per permettere ai loro collaboratori di lavorare da remoto, magari in smart working, modalità lavorativa particolarmente diffusa in questo momento storico.

L’azienda e i lavoratori si svincolano così dall’ufficio, perché il lavoro può essere svolto sempre e ovunque, anche in condizioni di emergenza. Inoltre, grazie ai voucher digitali l’azienda acquista anche soluzioni che permettono ai dipendenti di rimanere in contatto, come servizi di cloud. Vengono poi automatizzati tanti protocolli così come le attività amministrative, riuscendo ad alleggerire il carico di lavoro che spesso appesantisce e rallenta i processi aziendali.

Insomma, la digitalizzazione oggi più che mai non è solo un’opportunità ma una vera e propria necessità per rimanere sul mercato ed essere competitivi. E i bandi per i voucher digitali sono un importante aiuto da sfruttare.

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