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E-commerce: come comportarsi dopo la Brexit

Pubblicato il 25 Marzo 2021

La Brexit ha cambiato le regole degli acquisti online dall’estero: come devono comportarsi gli e-commerce italiani per vendere nel Regno Unito

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L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea ha cambiato le regole per gli acquisti online e anche gli e-commerce italiani che vogliono continuare a esportare i propri prodotti dovranno adattarsi. Secondo i dati raccolti da Sendcloud sulle abitudini degli acquirenti inglesi, il 45% si rivolge regolarmente a shop online internazionali per comprare prodotti, ma i potenziali costi doganali e per le consegne potrebbero scoraggiare gli acquisti. Con l’ufficializzazione della Brexit, cominciano a delinearsi anche le regole per gli accordi commerciali e ci sono alcuni consigli forniti dal CEO e co-fondatore di Sendcloud che gli e-commerce italiani possono seguire per continuare a vendere i propri prodotti e spedirli in Gran Bretagna, così da essere in regola con i nuovi processi doganali ed evitare costi extra per le spedizioni e le assicurazioni: ecco quali.

Fatturazione e Brexit: come comportarsi

Il primo passo per comprendere come emettere le fatture per vendere nel Regno Unito a partire dal 2021 è dotarsi di un codice EORI, acronimo di Economic Operator Registration and Identification, che sarà necessario per il tracciamento elettronico delle attività doganale e per espletare le formalità di importazione ed esportazione. Tale codice è valido su tutta l’Unione in Italia ed è rappresentato dal prefisso IT seguito dai numeri della partita IVA, per chi ne è in possesso, oppure dal codice fiscale di persona giuridica, o ancora dai primi 15 caratteri del codice fiscale per le persone fisiche. Si tratta di un codice che non ha scadenza e che può essere richiesto presso uno degli uffici territoriali delle Dogane.

In secondo luogo, sarà necessario aprire un conto VAT britannico, che sia registrato presso il servizio fiscale inglese HMRC. Utilizzando questi codici, sarà possibile compilare le fatture commerciali, che sono obbligatorie per consentire alle autorità doganali di stabilire le imposte e i dazi da applicare a una spedizione.

Aliquote doganali preferenziali e Brexit: cosa fare

Il Regno Unito e l’UE hanno raggiunto un accordo sulle tariffe preferenziali di commercio. Questo significa che se i prodotti hanno origine in Europa, o nel Regno Unito, allora è possibile accedere a delle agevolazioni. Ad esempio, per spedizioni di valore uguale o inferiore a 6000 euro, gli e-commerce potranno creare un certificato di origine dei prodotti direttamente sul sito del governo britannico, senza dover provvedere a eseguire una registrazione al Sistema degli Esportatori (REX).

Dichiarazione doganale, codice SA e Brexit: gestione e funzionamento

Per effettuare spedizioni al di fuori dell’Unione europea si dovrà necessariamente passare per le dogane. Questo è valido anche per le spedizioni nel Regno Unito dopo la Brexit, che dovranno essere corredate di un modulo di dichiarazione doganale debitamente compilato. Ad esempio, per le spedizioni di un peso massimo di 2 chilogrammi e di un valore inferiore a 425 euro, si potrà compilare un modulo CN22. Per spedizioni sopra i 2 chilogrammi di peso, o sopra i 425 euro, è necessario il modulo CN23.

In particolare, per poter compilare in modo esatto il modulo di dichiarazione doganale è necessario conoscere il codice SA del prodotto che viene spedito. Si tratta di un codice a 6 cifre stabilito dall’organizzazione mondiale delle Dogane che trasmette informazioni sul prodotto, anche se ogni Stato può modificarlo aggiungendo fino ad altre 4 cifre al codice. Inserire il codice SA corretto permette quindi alle dogane di capire di quale prodotto si tratta e quali sono i relativi dazi da applicare.

Brexit: come comportarsi con le restrizioni merceologiche

Non tutto può essere spedito al di fuori dei confini, e questo vale anche per il Regno Unito ora che la Brexit è effettiva. A partire dal 2021, potrebbero esserci delle restrizioni merceologiche da rispettare: questo implica che alcuni prodotti come alimenti, apparecchiature elettroniche e dispositivi medici potrebbero non essere abilitati alla spedizione fino a destinazione. Solitamente, le restrizioni merceologiche variano da Paese a Paese, quindi prima di emettere una spedizione o di impostare il proprio e-commerce per quello Stato sarà necessario tenere conto delle disposizioni delle autorità locali.

Brexit: consigli generali per il proprio e-commerce

L’entrata in vigore della Brexit e la regolazione dei nuovi processi doganali potrebbe provocare degli sgraditi rallentamenti nelle spedizioni, una situazione che gli e-commerce italiani dovrebbero far presente con trasparenza ai clienti, così da instaurare un rapporto di fiducia con il proprio brand. Quello che i venditori italiani possono fare è munirsi di tutti i codici e documenti necessari e preparare in modo accurato le spedizioni e i documenti doganali, così da poter garantire ai propri acquirenti inglesi consegne nei tempi previsti e continuità nella fornitura dei prodotti.

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