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Digitalizzazione: gli errori commessi e le strategie per il futuro

Pubblicato il 27 Novembre 2020

La pandemia ha imposto un'accelerazione della trasformazione tecnologica, ma non bisogna sottovalutare gli errori e i ritardi: possono essere un'opportunità di apprendimento e crescita

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La digitalizzazione non è un cambiamento che avviene repentinamente, ma un processo che richiede un’analisi, una strategia prima di passare alla pratica. Come tutti i percorsi, anche questo non è sgombro da errori e passi falsi. Ma questi, più che problemi sono opportunità per apprendere e migliorare.

D’altronde oggi, la trasformazione tecnologica non è più solamente un’opportunità per le aziende, ma rappresenta una vera e propria necessità, resa ormai evidente dalla pandemia. La diffusione del Coronavirus ha infatti dato una spinta senza precedenti all’uso del digitale nei diversi ambiti della società, dalle scuole, alla PA, fino alle aziende.

Digitalizzazione: errori delle aziende

Nell’estate del 2020, la Commissione Europea ha pubblicato il report di valutazione dell’innovazione che coinvolge le aziende dei Paesi Membri. La media europea legata all’innovazione delle aziende è più alta di quella degli Stati Uniti, tuttavia l’Italia è ancora indietro e si è piazzata al 19° posto della classifica, che prende in considerazione 28 Nazioni.

Il nostro Paese era in ritardo nel 2019 per quanto riguarda la digitalizzazione e con l’arrivo della pandemia, le aziende si sono dovute adattare velocemente. Tuttavia, le lacune ereditate dagli anni scorsi e i ritardi nei diversi ambiti economici e sociali hanno provocato numerose difficoltà. Per esempio, molte aziende si sono ritrovare a imporre lo smartworking ai dipendenti senza un progetto e un’analisi dei bisogni alle spalle. In Italia gli smart worker nel 2019 erano 570 mila mentre oggi se ne contano circa 8 milioni.

Le aziende e la PA hanno disposto velocemente gli strumenti adeguati, ma ancora oggi c’è tanto lavoro da fare. Innanzitutto, servono le competenze necessarie: la mancanza di specialisti è sicuramente uno degli errori e dei problemi che influiscono di più sul ritardo dell’Italia.

Fortunatamente oggi esistono sempre più strumenti e risorse pubbliche che permetteranno alle imprese italiani di acquisire soluzioni e competenze per gestire al meglio la trasformazione digitale.

Industria 4.0: i problemi

Anche l’Industria 4.0 deve fare i conti con numerosi passi falsi e ritardi degli anni passati. Molte industrie hanno avvertito le conseguenze di tale ritardo nel 2020: negli anni precedenti non hanno sviluppato soluzioni innovative per gestire la produzione, le catene di montaggio, il magazzino, la logicistica e altri aspetti.

Ora però non c’è più tempo da perdere, bisogna quindi concentrarsi sulle tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0: Internet of Things, Cloud Manufacturing, Industrial Analytics, Additive Manufacturing, Advanced Human Machine Interface e Advanced Automation.

Il Governo per sostenere i cambiamenti legati a questo tipo di attività ha stanziato alcuni fondi, il piano più importante è Transizione 4.0. Le piccole e medie imprese possono così recuperare il tempo perso e creare finalmente una strategia di digitalizzazione ad hoc. Il primo passo è quindi capire quali sono le attività da introdurre in azienda, creare un piano di intervento e approfittare degli incentivi statali messi a disposizione delle pmi.

Questi sono solo alcuni dei temi che provocano un ritardo del nostro Paese per quanto riguarda la digitalizzazione aziendale. Ma gli strumenti ci sono, gli incentivi sono sempre di più e le aziende dovrebbero impegnarsi per intraprendere un cambiamento e vivere la “nuova realtà” in modo proattivo.

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