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Contributi INPS e INAIL: quali aziende non li devono pagare a maggio

Pubblicato il 04 Maggio 2020

Le aziende che hanno registrato una riduzione di fatturato possono rimandare il pagamento dei contributi: ecco i requisiti da avere

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L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 ha avuto enormi ripercussioni su ogni ambito della società. Il sistema sanitario ha fatto i conti con un virus sconosciuto e con un’ondata di ricoveri, allo stesso tempo i cittadini hanno dovuto rispettare l’isolamento e molte imprese sono state costrette a chiudere temporaneamente o frenare la produttività.

In questo contesto, il Decreto 8 aprile 2020 n.23 (Decreto Liquidità Imprese) ha stabilito alcuni aiuti per agevolare la ripresa delle aziende che in questo delicato periodo hanno subito perdite di fatturato a causa del Covid-19. Tra le misure più importanti spicca la sospensione dei contributi INPS e INAIL in scadenza ad aprile e maggio. Tutti i dettagli sono descritti all’interno del messaggio INPS 1754/2020. Nel documento vengono elencati i requisiti che bisogna possedere per poter pagare i contributi a fine giugno invece che entro maggio.

Scadenza contributi INPS e INAIL rimandate a giugno: chi ne ha diritto?

Non tutte le aziende italiane hanno diritto a pagare più avanti i contributi INAIL e INPS, ma solo chi rispetta determinati requisiti. Come annunciato dallo stesso Istituto di previdenza sociale, il primo requisito è una riduzione del fatturato rispetto allo stesso mese del periodo di imposta precedente. Occorre verificare il fatturato distintamente per il mese di marzo e per quello di aprile, perché è possibile sospendere i versamenti anche solo per un mese. Il calo di fatturato deve essere pari ad almeno il 33% per ogni mese. Perciò se un’impresa ha subito un calo del 15% a marzo e del 45% ad aprile 2020 (rispetto agli stessi mesi del 2019) allora avrà diritto all’agevolazione solo per il mese di aprile.

Fanno eccezione le Partite IVA e imprese (incluse le startup) che anno iniziato la loro attività dopo il 31 marzo 2019 e che quindi non possono prendere come riferimento i mesi dell’anno precedente: il contributo è assicurato anche in assenza del requisito.

L’avviso INPS 1754/2020 contiene tutte le istruzioni necessarie per compilare i flussi Uniemens in base al tipo di azienda: dai liberi professionisti con gestione separata, alle aziende con dipendenti fino alle imprese e lavoratori agricoli. Prossimamente verrà pubblicata anche una circolare per commercianti, artigiani, enti non commerciali e religiosi.

I versamenti si potranno effettuare in un’unica soluzione entro il 30 giugno 2020, in alternativa si potranno dividere in cinque rate.

Altre disposizioni sulle misure fiscali e contabili

Accanto ai contributi INPS e INAIL, il Decreto Liquidità Imprese predispone anche la sospensione del versamento dell’IVA, delle ritenute e di altri contributi sempre per il mese di aprile e maggio. Queste dipendono dal fatturato e altre caratteristiche dell’azienda:

  • IVA, ritenute e contributi possono essere sospesi fino a giugno per le aziende che hanno subito un calo di fatturato di almeno 33% sotto i 50 milioni o del 50% minimo sopra i 50 milioni.
  • Le imprese con sede nelle zone più colpite dalla crisi sanitaria (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza) possono sospendere il versamento dell’IVA se il calo di fatturato è almeno del 33% a prescindere dalla soglia di fatturato.

Per incentivare le imprese a mettere in sicurezza le proprie sedi, e garantire protezione a chi le frequenta, il Decreto avanza una ulteriore misura: il credito d’imposta al 50% per le spese di sanificazione dei luoghi di lavoro e l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, come le mascherine o i guanti.

Infine, l’INPS per rendere le procedure più snelle e veloci ha rilasciato un PIN semplificato che permette di accedere più in fretta al sistema online. Queste sono alcune delle principali misure contenute nel Decreto Liquidità Imprese, che si aggiungono al precedente Cura Italia. L’invito per tutti gli imprenditori è di tenersi sempre aggiornati riguardo l’uscita di nuove disposizioni o nuovi bandi pubblici. Questi ultimi in particolare possono rappresentare un aiuto concreto per fronteggiare in modo efficace la ripresa delle attività produttive durante la Fase 2 dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

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