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Che cosa è lo SPID per professionisti e chi lo deve avere

Pubblicato il 07 Marzo 2020

Il sistema di sicurezza per l’identità digitale è esteso anche ai lavoratori. Scopri come funziona e chi può richiederlo

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SPID è l’acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale ed è lo strumento che garantisce l’accesso unico e sicuro ai servizi digitali offerti dalla Pubblica Amministrazione e dalle aziende partner, come Poste Italiane. Questa soluzione, nata nel 2016, ha dato un contributo importante alla trasformazione digitale nel nostro Paese. Da circa un mese, lo SPID è stato esteso anche ai professionisti e ai dipendenti delle aziende.

Il nuovo servizio ha preso il nome di elDup e ha come obiettivo quello di semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione. I dipendenti possono interfacciarsi con la burocrazia utilizzando il ruolo ricoperto in azienda, in modo da semplificare la gestione dei rapporti e delle comunicazioni ufficiali. Ecco tutto quello che c’è da sapere sullo SPID per professionisti.

Cosa è lo SPID per professionisti

Il 6 novembre 2019 AgID ha pubblicato le Linee Guida per ottenere e gestire lo SPID ad uso professionale, definito eIDup. Le nuove regole sono entrate in vigore a partire dal 1° dicembre 2019 e permettono di semplificare il rapporto tra professionisti e pubblica amministrazione o altre imprese. Lo SPID può essere utilizzato sia da liberi professionisti (eIDup per persona fisica) sia per chi rappresenta un’organizzazione o un’azienda (eIDup per persona giuridica). Il primo contiene una serie di informazioni private come nome, cognome, codice fiscale e così via; il secondo ha in aggiunta i dati che identificano l’ente per cui il professionista opera.

Chi deve avere lo SPID professionale?

Tutte le informazioni legate all’eIDup sono contenute all’interno delle Linee Guida pubblicate dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale). Come anticipato, l’identità digitale permette di accedere ad una vasta gamma di servizi della PA e delle aziende partner. Possono aderire allo SPID per professionisti sia persone che lavorano con Partita IVA sia dipendenti che rappresentano la propria azienda. Naturalmente le società devono dare la propria autorizzazione, e indicare ai fornitori del servizio quanti e quali dipendenti possono ottenere lo SPID.

La responsabilità per eventuali problemi e azioni scorrette sarà sempre data al dipendente che detiene l’identità eIDup. Ecco perché è vietato condividere le credenziali con altri dipendenti dell’azienda. Anche perché questa pratica va contro la corretta gestione dei dati personali, creando problemi legati alla protezione della privacy. Se si interrompe la collaborazione tra l’azienda e chi detiene l’eIDup per suo conto occorre subito revocare le relative credenziali.

Un libero professionista che ha diversi datori di lavoro potrà avere diverse eIDup per persona giuridica, una per ogni azienda con cui collabora. Ma, essendo anche libero professionista, avrà anche un eIDup per persona fisica, che userà come propria identità digitale, effettuando anche le operazioni legate al normale SPID per i cittadini.

Chi gestisce lo SPID professionale in azienda

La gestione dello SPID professionale è assegnata a diversi dipendenti dell’azienda. Il potere decisionale non può essere di una sola persona per non commettere errori e rilasciare l’elDup a persone che non lo meritano. Per questo motivo esistono due figure distinte: l’utente di governo e l’utente di gestione.

L’utente di governo è colui che indica quali dipendenti e consulenti possono ottenere lo SPID professionale, ma non può autorizzare l’accesso.

L’utente di gestione, invece, è colui che permette l’accesso di un dipendente alla propria identità digitale.

L’unica persona che può richiedere la revoca dello SPID professionale di un dipendente è l’utente di governo.

Il gestore della piattaforma per il rilascio dell’identità digitale professionale è obbligato a fornire all’azienda periodicamente una lista con tutti i dipendenti che usufruiscono dell’elDup.

SPID professionale: utilizzi attuali e futuro

Lo SPID ad uso professionale amplifica la gamma di servizi online a cui è possibile accedere. Mettiamo caso che un avvocato svolga attività di libero professionista e collabori anche con un’azienda: in questo caso potrà avere ben tre SPID differenti, il primo è per persona fisica (servirà per sbrigare le pratiche legate alla libera professione), il secondo potrebbe essere per persona giuridica (attività dell’organizzazione per cui lavora) e il terzo è quello usato per le relazioni con la PA in qualità di cittadino.

Insomma, il nuovo SPID apre le porte ad una marea di servizi gestiti dalla Pubblica Amministrazione: dalla visualizzazione di documenti personali, atti, estratti di ogni genere; fino al pagamento di sanzioni, imposte personali e dell’azienda (servizi legati a Fisconline), e per i docenti anche la gestione della Carta del Docente che permette di usare il bonus da 500 euro. Sul sito ufficiale SPID è possibile consultare l’elenco dei servizi disponibili in base al Comune in cui è situata la sede legale dell’organizzazione.

Purtroppo, la strada da fare è ancora tanta. Il sistema di identità digitale è molto giovane e non tutte le Pubbliche Amministrazioni sono preparate per gestire i servizi online. Attualmente sono circa 4000 le PA iscritte al programma, ma si prevede l’arrivo a 10000 nel 2020. Occorre lavorare duramente sullo SPID per il cittadino, e ancora di più su quello per i professionisti.

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