SERP di Google, cos’è e come funziona

Cos'è la SERP di Google e come funziona? Capirne il meccanismo consente di analizzarla meglio, e di sviluppare una strategia SEO e content efficace.

Pubblicato il 29 luglio 2021
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SERP è l’acronimo di Search Engine Results Page (pagina dei risultati del motore di ricerca). In sostanza, è ciò che l’utente visualizza nel momento in cui invia una query di ricerca e, dunque, digita una frase o una parola chiave su Google o sul motore di ricerca che sta utilizzando. La SERP restituisce due tipologie di risultati: le pagine che si sono posizionate “per merito”, grazie al lavoro SEO svolto, e le pagine che pagano per essere visualizzate in prima pagina.

Si stima che, oltre il 90% degli utenti, visiti un sito web perché trovato nella prima pagina dei risultati Google. Ecco perché capire come finirci diventa fondamentale.

Quali sono le diverse query?

La SERP dipende essenzialmente dalla query e, quindi, dalla domanda che l’utente fa ad un motore di ricerca. La query di ricerca è proprio il testo digitato.

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Le query possono essere di tre tipi:

  • navigazionali
  • informative
  • transazionali

Le query navigazionali

Si parla di query navigazionali quando l’utente cerca un determinato sito web ma non digita l’URL completa del sito. Difficile dunque, per gli altri siti, raggiungere la prima pagina della SERP. Per sfruttare le query navigazionali per il tuo sito, una buona strategia è quella di acquistare annunci per le parole chiave per le quali desideri posizionarti (come, per l’appunto, il nome della tua attività).

Le query informative

Si parla di query informative quando l’utente vuole saperne di più su qualcosa, e digita su Google una domanda oppure una frase chiave. Chi naviga non sta cercando di effettuare un acquisto, ma se trova il giusto contenuto può orientarsi verso un determinato brand oppure riconoscere il sito come autorevole (e tornarci). Per questo motivo è fondamentale creare contenuti pertinenti che soddisfino i desideri, le esigenze e gli interessi del tuo pubblico di riferimento.

Per comparire nella prima pagina della SERP per le query informative, può essere utile aggiungere sul tuo sito contenuti quali:

  • video dimostrativi dei tuoi prodotti o servizi
  • un blog curato e aggiornato
  • infografiche condivisibili
  • guide scaricabili

Le query transazionali

Si parla di query transazionali quando l’utente sta pensando di acquistare qualcosa, e cerca quel qualcosa su Google. Sono le query dal potenziale più elevato, queste, ed è lì che le aziende concentrano in genere i loro investimenti. Quando si digita una query transazionale, infatti, si visualizzano sia risultati organici che a pagamento.

Le caratteristiche della SERP

La SERP di oggi è visivamente più varia rispetto agli anni passati. Oltre ai risultati di ricerca generici che visualizzano semplicemente il nome del sito e i metadati, le ricerche possono anche restituire immagini, suggerimenti di acquisto, Tweet o schede informative.

In particolare è possibile trovare:

  • Google Ads: posti nella parte superiore o inferiore della SERP, è più facile ottenere un annuncio nella parte inferiore della pagina ma otterrai più visualizzazioni con un annuncio nella parte superiore
  • Featured Snippets: appaiono in una zona separata della SERP, e hanno come obiettivo il fornire all’utente una precisa risposta alla sua domanda. Un sito deve essere già nella prima pagina dei risultati di ricerca per ottenere uno snippet in primo piano, quindi raggiungere quel traguardo dovrebbe essere la tua priorità assoluta
  • Immagini: quando l’algoritmo di Google decide che le informazioni visive sono particolarmente rilevanti per una ricerca, la SERP include una riga di immagini. Per posizionarti assicurati che le foto sul tuo sito siano correttamente nominate e che abbiano l’alt text compilato
  • Articoli di approfondimento: Google ha introdotto gli articoli di approfondimento per dare visibilità a contenuti più lunghi ed evergreen. Non sono dunque gli articoli più recenti o aggiornati, ma contengono informazioni che non “scadono” e sono spesso scritti da autori accreditati oppure pubblicati su siti prestigiosi
  • Knowledge Graph: casella nella SERP che mostra fatti selezionati sull’argomento cercato, somiglia ad una pagina Wikipedia in miniatura e fornisce non solo le informazioni richieste, ma anche connessioni che l’utente potrebbe non aver considerato inizialmente

Per scalare la SERP bisogna pagare?

Google inserisce annunci a pagamento nella parte superiore della SERP (in genere si visualizzano 4 annunci sul desktop e 3 su device mobili). Poiché esistono in genere 4mila attività commerciali in competizione per la stessa parola chiave, Google deve determinare quali annunci visualizzare nella prima pagina dei risultati. Per prendere questa decisione, considera diversi fattori: l’importo dell’offerta, la qualità della pagina a cui vengono indirizzati gli utenti quando fanno clic sull’annuncio, la qualità dell’annuncio stesso e la pertinenza alla ricerca. Se il tuo sito è migliore e più pertinente della concorrenza, apparirà nella prima pagina.

Tuttavia, trascurare i risultati organici è un errore. La SEO è fondamentale per scalare la SERP, sebbene sia un metodo meno immediato e dalle regole meno definite. L’algoritmo di Google cambia infatti spesso, e affidarsi ad un esperto SEO costantemente informato è l’unica soluzione per restare nella prima pagina della SERP una volta che questa viene raggiunta.

Ecco perché, una combinazione tra Google ads e SEO, rappresenta la scelta vincente per ottenere un’ottima/buona posizione nella SERP.

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