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Industria 4.0: dati e raccomandazioni della Corte dei Conti Ue

Pubblicato il 23 Settembre 2020

Qual è il livello di digitalizzazione degli Stati Membri dell’Unione Europea? La Corte dei Conti Ue fa un’analisi della situazione attuale e pubblica alcune raccomandazioni

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Secondo la Corte dei Conti Europea, gli Stati Membri non si stanno impegnando abbastanza per conoscere e usare al meglio le tecnologie dell’Industria 4.0. La considerazione nasce dall’analisi degli effetti del programma Digitalizzazione dell’industria europea (Dei) lanciato proprio per affiancare le diverse Nazioni nell’introduzione delle nuove tecnologie nei processi economici.

L’iniziativa della Commissione Europea non ha portato i risultati sperati, ma si è sviluppata a macchia di leopardo: mentre alcuni Paesi hanno raggiunto gli obiettivi, altri non hanno ancora pensato ad alcuna strategia nazionale per la trasformazione digitale o comunque non hanno ancora avviato le iniziative predisposte, come i Poli di Innovazione Digitale (Dih). Come sottolinea la Corte dei Conti, la digitalizzazione dell’industria non si limita all’acquisto di nuovi strumenti informatici, ma è un cambio di che coinvolge l’azienda da capo a piedi: mentalità, strategia, organizzazione e operatività.

Digitalizzazione: opportunità per l’Europa

La trasformazione digitale dell’industria in Europa negli ultimi anni è progredita a macchia di leopardo sia per quanto riguarda le Nazioni, sia per quanto riguarda le dimensioni delle imprese.

L’obiettivo del Dei era proprio quello di incentivare, segnando una strada maestra, la digitalizzazione delle aziende, a prescindere da settore, dimensione, Paese in cui operano. L’iniziativa voluta dalla Commissione Europea nel 2016 aveva una disponibilità finanziaria di 50 miliardi di euro da usare per investimenti pubblici e privati entro il 2021.

Secondo Iliana Ivanova, esponente della Corte dei Conti Ue, oggigiorno è fondamentale che le aziende si impegnino nella trasformazione digitale in modo da aumentare la loro competitività a livello mondiale. Inoltre, ha dichiarato che la digitalizzazione nell’Ue potrebbe generare oltre 110 miliardi di euro di entrate all’anno. Ha aggiunto che “fino ad oggi i progressi non sono stati uniformi nei diversi Stati membri dell’Ue. Perché l’iniziativa Dei abbia successo, occorre un continuo impegno di tutte le parti interessate: Ue, amministrazioni nazionali e imprese”.

L’analisi della Corte dei Conti Ue

L’organizzazione ha analizzato nello specifico quattro Stati Membri, ovvero Germania, Portogallo, Polonia e Ungheria per capire quali sono stati gli obiettivi dei Dei raggiunti.

Mentre la Germania e il Portogallo si sono mossi per mettere a punto alcune strategie adeguate, Polonia e Ungheria risultano molto indietro. Inoltre, la Corte ha rilevato che non tutti gli Stati Membri hanno sfruttato pienamente in fondi europei per la digitalizzazione. La Dei infatti era sostenuta da Orizzonte 2020 e altri programmi legati al Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale). Purtroppo, neanche la Commissione Europea ha incentivato l’uso dei fondi per assegnare i finanziamenti, quindi molte iniziative non sono state avviate o non sono ancora terminate.

Poli Innovazione Digitale e Banda Ultralarga

Uno degli elementi principali del Dei era sicuramente l’avvio dei Poli di Innovazione Digitale (Dih). Il loro obiettivo è aiutare le aziende a integrare a livello organizzativo e produttivo le tecnologie avanzate, per poi creare una vera e propria rete di imprese.

Solo la Germania ha sviluppato interamente il progetto, mentre gli altri Paesi Membri sono indietro. In Italia la nascita dei Dih è attualmente in lavorazione. La Corte dei Conti ha anche messo in chiaro che la Commissione non ha monitorato le attività legate ai Dih.

Infine, la digitalizzazione passa anche dalla diffusione capillare della banda ultralarga. Tuttavia, gli Stati Membri non raggiungeranno, anche in questo caso, gli obiettivi prefissati per il 2020. La diffusione di questa tecnologia dipende ancora dalla dimensione dell’azienda. Solo il 46% delle Pmi ha un accesso alla rete veloce.

Nonostante il nuovo programma Europa Digitale 2021-2027 sia ancora in lavorazione, la Corte dei Conti Ue raccomanda l’inserimento dei medesimi obiettivi della precedente edizione, visto che molti di questi non sono stati raggiunti. E soprattutto raccomanda di monitorare e accompagnare gli Stati Membri in modo da diffondere in modo uniforme le tecnologie legate all’Industria 4.0.

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