Guida all'Export Digitale: soluzione per ripartire dopo la pandemia

L'export di prodotti italiani nel mondo è cresciuto nel 2020. Questo è il periodo propizio per l'internazionalizzazione. Ecco perchè

Pubblicato il 23 marzo 2021
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La pandemia ha dato un impulso importante alla digitalizzazione. A sua volta, il digitale ha rappresentato una cruciale àncora di salvezza per l’export messo in pericolo proprio dai vari lockdown e restrizioni sugli spostamenti. Infatti, anche grazie alle nuove tecnologie e agli strumenti digitali, le aziende italiane hanno continuato ad esportare e avere rapporti commerciali a livello internazionale. Il Digital Export, ovvero l’uso di strumenti digitali per l’esportazione di prodotti e servizi, ha avuto un ruolo fondamentale e lo avrà anche nel post-pandemia.

Le aziende interessate all’internazionalizzazione possono sfruttare questo particolare momento storico per espandersi: per quanto riguarda il B2C i consumatori si sono abituati ad acquistare online e sono più propensi a farlo; chi è orientato al B2B, deve tenere in considerazione che proprio durante la crisi, molte aziende hanno adottato soluzioni digitali che permettono di avere relazioni commerciali da remoto in modo facile e immediato. Senza contare che attualmente le imprese di tutto il mondo sono alla ricerca di nuove soluzioni per ripartire e recuperare il periodo difficile legato al Covid-19. Insomma, è il momento giusto per riflettere sulle opportunità dell’export. Naturalmente è un percorso che richiede tempo, studio e competenze specifiche. Prima di passare alla “pratica” occorre analizzare il mercato, intercettare le opportunità, pianificare le strategie, pianificare le azioni per raggiungere gli obiettivi e così via. Sicuramente i dati sono positivi e indicano che l’export digitale cresciuto anche nel 2020.

Export digitale in crescita: i dati del 2020

Nel 2020 in Italia si è registrato un incremento dell’export digitale. La crescita è dovuta anche alla forte digitalizzazione di tutti i comparti sociali. Per esempio, si è registrato un + 37% degli acquisti online provenienti dall’Italia verso l’estero. Questo è ciò che è emerso dal report di Qapla’. In particolare, l’incremento delle esportazioni dall’Italia si è registrato verso Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania. Mentre le categorie merceologiche che hanno registrato i picchi di esportazione tramite il digitale sono l’elettronica con + 205%, gioielli con +78%, vino e bevande (+50%) e fashion (+48%). Il Made in Italy rimane quindi un marchio molto prestigioso a livello internazionale e le aziende nostrane devono puntare su questo valore per espandersi.

Export digitale: i canali di vendita

Quando si parla di export digitale, il primo canale di vendita che viene in mente è sicuramente l’e-commerce, che durante la pandemia ha avuto una crescita senza paragoni in tutto il mondo. Nonostante i numeri incoraggianti, sono ancora tante le piccole e medie imprese italiane che non hanno un e-commerce abbastanza competitivo per vendere all’estero. Senza contare che fino almeno al 2019 la maggior parte si concentrava sull’export offline, ovvero su una rete costituita da importatori, distributori, punti vendita e spazi fisici (Dati Sace-Simest).

Per migliorare le performance dell’e-commerce, le aziende devono concentrarsi sui vari elementi legati alla catena del valore: innanzitutto capire quali sono i prodotti da esportare e svilupparne di nuovi magari mirati proprio al mercato estero, lavorare su un piano di marketing ad hoc e sulla logistica. Attualmente, le soluzioni tecnologiche vengono adottate soprattutto quando si fa marketing e meno nello sviluppo dei prodotti.

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Chi non vuole esordire con un e-commerce proprietario, può comunque appoggiarsi a piattaforme di vendita famose che hanno molta autorevolezza, un grande traffico online e offrono spazi ai venditori esterni. Parliamo di marketplace come Amazon. Ma durante la pandemia, si è sviluppato anche il social selling che ha interessato particolari settori, tra cui l’abbigliamento.

Senza avere un e-commerce o uno spazio nei marketplace, molti venditori hanno usato i social, soprattutto Instagram o Facebook, per intercettare nuovi clienti, promuovere i prodotti e venderli. Tutto viene fatto solo tramite la piattaforma social, magari con l’appoggio di app di messaggistica, come WhatsApp e Telegram. Le persone trovano il negozio sul social network, guardano i prodotti mostrati nel feed, nelle storie e attraverso altre funzioni, contattano il negozio senza uscire dalla piattaforma, negoziano e acquistano tramite bonifico bancario.

Il sistema è molto semplice, ma ci sono molti venditori che hanno saputo creare la propria rete all’estero. Inoltre, per gestire meglio la parte legata alla logistica sono sempre più coloro che si affidano al dropshipping.

Sviluppare le competenze digitali: un fattore fondamentale per espandersi

Naturalmente, le aziende devono anche sviluppare specifiche competenze interne oppure esternalizzare l’attività. Parliamo di un processo che richiede investimenti di varia natura, che spesso le piccole aziende non sono in grado di sostenere. Attualmente, il Governo e gli enti locali stanno lavorando su diversi bandi mirati a incentivare l’internazionalizzazione.

Questi provvedimenti sono pensati proprio per aiutare economicamente le aziende che desiderano espandersi all’estero. Insomma, questo è il momento giusto per espandersi e i canali per vendere e fare marketing sono davvero tanti e possono essere selezionati in base alle proprie esigenze.

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