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Fase 2, gli italiani vogliono tornare a comprare: cosa possono fare le PMI

Pubblicato il 08 Maggio 2020

Dopo l’emergenza i consumatori riprenderanno gli acquisti: per le aziende è un’occasione d’oro. Ecco come agire

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La abbiamo agognata e attesa per più di un mese, ma alla fine la famosa Fase 2 è arrivata. Dal 4 maggio 2020 negozi e industrie hanno gradualmente ripreso ad operare, applicando tutte le misure necessarie per contenere i contagi.

E i consumatori, cosa hanno fatto durante l’isolamento? Una grossa fetta ha messo in stand by lo shopping, soprattutto quello legato agli acquisti più importanti e onerosi. Allo stesso tempo, tanti italiani – alcuni per la primissima volta – si sono affidati ai negozi online. Anche i più scettici hanno comprato sugli e-commerce scoprendo che, nonostante tutto, non è affatto complicato o rischioso. Insomma, il commercio elettronico ha avuto una crescita esponenziale e le aziende non possono assolutamente ignorare questo dato. È il momento di rimboccarsi le maniche per raggiungere i consumatori con un’offerta multicanale. L’Osservatorio Findomestic ha pubblicato un’indagine ricca di interessanti dati pensati per aiutare le aziende a ripartire.

Fase 2: Come reagiscono i consumatori italiani?

Questa è una delle domande su cui si focalizza la ricerca dell’Osservatorio Findomestic. L’indagine ha rivelato che il 47% degli intervistati ha sospeso gli acquisti durante l’emergenza sanitaria, ma il 93% di questi ha intenzione di riprenderli secondo diverse tempistiche:

  • Il 52% riprenderà gli acquisti a partire dalla Fase 2.
  • Il 33% quando avrà una situazione lavorativa più chiara e rassicurante.
  • Il 9% quando troverà un nuovo lavoro.

Solo il 7% del campione ha dichiarato di aver abbandonato del tutto i propri progetti d’acquisto. A tal fine, il 60% degli italiani non è riuscito a risparmiare nella Fase 1 contro il 40% che invece ha avuto successo in questo intento.

Cosa manca di più agli italiani?

Dopo il periodo di fermo totale, gli italiani hanno maturato una certa nostalgia per la normalità: vorrebbero ritornare a fare shopping in centro, cene in ristorante, sedute di bellezza e concedersi qualche viaggio. Naturalmente Findomestic ha cercato di capire quali, tra queste abitudini e tipologie di acquisto, è mancata maggiormente al campione intervistato. Al primo posto troviamo parrucchieri ed estetiste (40%) seguito dalla necessità di fare cene con gli amici (32%) o andare in ristorante (28%). Seguono i viaggi (21%), la palestra (19%) e lo shopping soprattutto nei punti vendita di abbigliamento, mobili e tecnologia (18%).

Ma c’è anche un forte desiderio di frequentare i luoghi della cultura e dell’intrattenimento: ilb 38% afferma di sentire il bisogno di tornare al cinema, a teatro, ma anche ad una mostra o andare ad un concerto. Insomma, la nostalgia è tanta i e i consumatori vedono già la luce alla fine del tunnel. Per le imprese questo è il momento cruciale per farsi trovare al posto giusto con le offerte e i servizi giusti.

Cosa chiedono i consumatori alle aziende?

Nella pratica, ci sono tante cose che un’azienda potrebbe fare per conquistare la clientela dopo l’emergenza. Ma Findomestic facilita ancora di più il lavoro, chiedendo direttamente ai consumatori cosa vogliono dalle aziende dopo il periodo di Covid-19.

Innanzitutto, il 48% desidera poter acquistare online e ritirare la merce in negozio: questa operazione si chiama Click&Collect e richiama a gran voce la necessità di integrare l’attività online e offline. Senza contare che lo stesso bisogno è emerso in una analoga ricerca svolta da Netcomm.

Il 46% del campione invece desidera maggiori sconti e promozioni, mentre il 39% vorrebbe le consegne a domicilio garantite dai punti vendita. Un’altra esigenza strettamente legata alla Fase 2 è la necessità di accedere ad un negozio adeguatamente igienizzato e in cui vengano applicate tutte le misure anti-contagio (37%). Segue la necessità di estendere orari di apertura (28%) e poter utilizzare metodi di pagamento alternativi al contante (29%). Banconote e monete infatti sono un ricettacolo di batteri e rappresentano un rischio da non sottovalutare. Al contrario, le carte – soprattutto se usate col contactless – offrirebbero maggiori garanzie a livello sanitario.

Verso la Fase 2 e oltre: cosa possono fare le aziende?

L’indagine Findomestic parla chiaro: gli italiani sono disposti a riprendere i propri acquisti, ma a determinate condizioni. Le aziende si devono impegnare per garantire una vendita sicura e multicanale. Nessuno ha voglia di ritornare ad ammassarsi all’interno del punto vendita: i consumatori preferiscono comprare online e ritirare in negozio ad un orario prestabilito e soprattutto sentirsi sicuri una volta che si varca la soglia del negozio. Le aziende non devono semplicemente puntare su queste nuove modalità di acquisto ma promuoverle attraverso campagne pubblicitarie mirate: hai un negozio che garantisce il click&collect? Fai consegne a domicilio? Permetti ai clienti di prenotare i prodotti tramite app? O ancora, hai effettuato una igienizzazione e ti sei dotato di tutte le misure anti-contagio? È il momento di comunicarlo alla tua platea.

Accanto a questo, non bisogna dimenticare l’importanza di avere un e-commerce. Questa è un’eredità che non bisogna cestinare: durante l’emergenza sanitaria i consumatori si sono avvicinati allo shopping online e più di 9 intervistati su 10 hanno affermato che compreranno in un e-commerce anche in futuro, soprattutto per evitare luoghi affollati (33%) e punti vendita che non possono essere raggiunti in auto (21%).

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