Digitalizzazione delle imprese: i dati del report Istat

Quali sono le aziende che puntano tutto sulla presenza online e quali invece devono ancora capire quali sono i vantaggi? Ecco cosa ci rivela il report Istat e come è cambiata la presenza online con la pandemia

Pubblicato il 27 ottobre 2020
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A che punto siamo con la digitalizzazione delle imprese in Italia? Già nel 2018 1 su 10 vendeva online, ma oggi questi numeri sono ancora più incoraggianti, segno che la trasformazione digitale coinvolge sempre più attività italiane. Questo è quanto emerge dal report dell’Istat sulla presentato durante la prima edizione del Censimento permanente delle imprese.

I dati si riferiscono al 2018 ma ci permettono di comprendere come si sta evolvendo oggi la transizione, anche in seguito ai balzi in avanti effettuati durante il Covid-19. La prima edizione del Censimento permanente delle imprese si è conclusa alla fine del 2019 e ha permesso di capire meglio i dati legati a sostenibilità sociale, ambientale, crescita economica, competitività e stato dell’arte della digitalizzazione. Lo studio prende come riferimento alcuni settori particolarmente attivi e, allo stesso tempo, suddivide le aziende in base ai gruppi presenti in rete, cercando di capire come si muovono e quali risultati ottengono.

Presenza online: vincono turismo e mobilità

I due settori maggiormente presenti con le proprie vetrine digitali sono quelli del turismo e della mobilità: troviamo sulle piattaforme digitali l’80% aziende con oltre 3 addetti e il 24% delle attività con almeno 10 addetti. Questi risultati suggeriscono che per alcuni settori più di altri, la competitività si basa anche sulla presenza digitale. Le aziende, soprattutto quelle commerciali, possono così “superare” la concorrenza grazie ad un’e-commerce o alla presenza all’interno di un marketplace.

Per quanto riguarda il trasporto aereo, prima della crisi causata dalla pandemia, il 46,9% delle imprese utilizzava le piattaforme digitali, fonte di lauti guadagni. Quando terminerà la crisi, i consumatori si affideranno nuovamente ai siti web per prenotare i propri voli e le vacanze e i settori che lavorano nel turismo devono farsi trovare preparati.

Pur fermando in parte le proprie attività, le agenzie di viaggio, gli Hotel, le imprese che lavorano nei trasporti possono comunque far sentire la propria presenza, informando e aggiornando il target con contenuti di qualità. Per esempio, si può usare il blog aziendale per offrire consigli legati all’intrattenimento a livello locale o offrire consigli per muoversi in sicurezza.

In questo contesto, le agenzie di viaggio non devono certo rinunciare al loro ruolo di assistenti e consulenti: possono invece usare i propri canali per organizzare escursioni nelle vicinanze magari di una giornata oppure offrire consigli su cosa fare in città o, perchè no, anche a casa. Per esempio, potrebbe essere utile consigliare film da vedere, serie tv e altri passatempi casalinghi per gli appassionati di viaggi. Questo è un modo per stare vicino ai propri clienti anche in un momento di “silenzio” e calma per quanto riguarda i viaggi.

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Ciò consente di coltivare la clientela e fidelizzarla: attività che a lungo termine porterà i ottimi frutti.

L’attività online è importante per le Pmi

Il report in base al tipo di azienda ha individuato diversi gruppi online. Innanzitutto, mette in luce che molte aziende si impegnano per rafforzare la propria presenza online anche con basse aspettative legate ai risultati economici, ma alte per quanto riguarda reputazione, affidabilità e professionalità. Queste aziende sono soprattutto le PMI dell’editoria, commercio autoveicoli o produzione di bevande e alimenti.

D’altra parte esistono imprese che realizzano un fatturato interessante ma allo stesso tempo curano poco la presenza su piattaforme digitali: trasporto marittimo, servizi informatici, sviluppo software o noleggio macchinari. Si tratta di mercati dominati da poche e grandi imprese, che si concentrano su grandi piattaforme digitali soprattutto verticali.

La terza tipologia di aziende online individuate dal report è quella legata ai settori emergenti, almeno per quanto riguarda la presenza online in Italia. Il loro modello organizzativo e il modo di “presentarsi in rete” è in costruzione e saranno le aziende più creative e coinvolgenti a dettare la strada. Alcune aziende già nel 2018 raggiungevano quote di fatturato significative dalle piattaforme online.

Il quarto gruppo è quello delle aziende che offrono servizi su piattaforme digitali (es. ProntoPro) e vendono servizi professionali. Il quinto gruppo è costituito da aziende di arredamento e moda. Molte sono presenti nei siti web di intermediazione specializzati (es: Westwing per l’arredo o Zalando per la moda).

Il sesto gruppo è formato da aziende dei settori elettronica, strumentazione scientifica e ottica. Queste aziende sono poche confronto a quelle degli altri gruppi. L’ultimo gruppo di aziende presenti online sono quelle che si occupano di consegne a domicilio (es: Deliveroo). Il settore è quello della ristorazione a cui si affidano sempre più privati. Sappiamo bene che questo tipo di aziende hanno trovato proprio nelle app di delivery un modo per reagire alla crisi da Covid-19 e hanno continuato a vendere le proprie pietanze grazie alle prenotazioni via app. E in questo caso affidarsi al marketing di prossimità è sicuramente una scelta corretta.

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