Che cosa è la marca da bollo virtuale

Pubblicato il 06 marzo 2020
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La marca da bollo è un’imposta che si applica sui documenti dove non è possibile applicare l’IVA: come ad esempio le fatture, gli atti civili o giudiziari. È molto diffusa nelle fatture per le prestazioni occasionali, cioè rapporti lavorativi verso lo stesso cliente per un massimo di 30 giorni, le cui ricevute non superano 5000 euro. In questo caso non si emette fattura ma una ricevuta fiscale. Nel caso in cui l’ammontare della ricevuta superi i 77.47€ è necessario apporre la marca da bollo.

Per lungo tempo, questo strumento è esistito solo in forma cartacea, ma da qualche anno è stata introdotta la marca da bollo virtuale. L’Agenzia delle Entrate ha approvato questo nuovo metodo che può essere usato dal 1° gennaio 2015. Inoltre, ha pubblicato le istruzioni per utilizzarlo e pagarlo. Infatti, si può versare in modo autonomo con l’apposito software Bollo Virtuale (BOV) oppure ci si può affidare ad uno dei tanti mediatori presenti sul territorio, come il proprio commercialista o un centro CAF. Questo metodo facilita la gestione delle pratiche in azienda: non è obbligatorio recarsi frequentemente dal tabacchino per acquistare la marca da bollo cartacea, ma si può pagare l’imposta in un’unica soluzione. Chi non segue le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, e non paga la tassa entro i termini indicati, può incorrere in sanzioni. Ecco perché è necessario conoscere nel dettaglio il procedimento prima di valutare se integrarlo o meno nella propria attività aziendale. Vediamo nel dettaglio come funziona.

Marca da bollo virtuale: come ottenere l’autorizzazione dell’Agenzia delle Entrate

La marca da bollo virtuale – così come quella cartacea – serve per pagare l’imposta da bollo. Questo metodo di pagamento è disponibile solo per gli utenti che hanno inoltrato la richiesta e ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Infatti, l’ente competente può decidere o meno di autorizzare l’azienda o il professionista.

In alcuni casi la richiesta è rifiutata. Ciò accade quando l’azienda è ritenuta non meritevole perché emette poche fatture annuali oppure perché non è in regola con i contributi. Solitamente viene concessa ad attività che emettono un elevato numero di fatture all’anno.

Al momento della richiesta bisogna indicare anche il numero approssimativo di fatture emesse annualmente. Se il procedimento ha successo, l’Agenzia invia l’autorizzazione all’impresa che potrà utilizzare l’imposta da bollo virtuale. Insieme a tale autorizzazione, viene inviata anche una richiesta di pagamento basata sul numero di marche da bollo previste nell’anno di riferimento. A quel punto l’azienda deve pagare l’importo indicato dall’Agenzia delle Entrate. In seguito, in base alle fatture effettive, l’ente invierà un conguaglio a credito o a debito. Nel caso in cui sia a debito, l’azienda è tenuta a pagare entro 20 giorni dalla ricezione dell’avviso. Se invece l’azienda è a credito, può presentare la richiesta di rimborso in base all’art. 37 del DPR n. 642.

Come si paga la marca da bollo virtuale?

Ogni anno l’azienda autorizzata è tenuta ad inviare all’Agenzia delle Entrate la comunicazione con il numero di fatture emesse nell’anno precedente soggette a marca da bollo. Se, per esempio, nel 2019 si sono emesse 20 fatture, di cui 15 con un importo che richiede l’apposizione di marca da bollo, si dovrà inviare il corrispettivo all’Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio 2020.

L’azienda può seguire l’iter di pagamento in modo autonomo oppure affidarsi ad un intermediario come un commercialista oppure un centro Caf. Il pagamento della marca da bollo virtuale si effettua quindi una volta all’anno compilando il modello disponibile nel sito dell’Agenzia delle Entrate da presentare con l’F24. Questo obbligo vale per tutte le fatture, sia quelle cartacee che quelle virtuali.

Chi vuole presentare direttamente il modello può usare il software gratuito Bollo Virtuale (BOV) pensato proprio per la compilazione e l’invio della dichiarazione. Se il procedimento ha successo, l’Agenzia trasmette una ricevuta telematicamente. Chi non effettua il pagamento della marca da bollo virtuale entro i termini previsti, può ricorrere in una sanzione che è pari al 30% dell’imposta dovuta e non pagata.

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