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Legge di Bilancio 2021: potenziato il bonus investimenti 4.0

Pubblicato il 25 Novembre 2020

Il Governo nella bozza della Legge di Bilancio 2021 ha potenziato il credito di imposta per le diverse tipologie di investimento legate al Piano Transizione 4.0. Ecco tutte le modifiche

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All’interno del testo della Legge di Bilancio 2021 approvato dal Governo e attualmente sottoposto ad approvazione della Camera sono stati potenziati gli incentivi per gli investimenti da parte delle imprese in Industria 4.0. Il bonus sarà concesso sotto forma di credito di imposta e permetterà quindi di avere importanti sgravi.

Tra le modifiche spicca il cambio delle aliquote, che salgono tutte ad accezione di quelle legate alla formazione. Inoltre si applicheranno a partire dalle spese sostenute dal 16 novembre 2020. Si tratta di una enorme novità: ciò significa che si tratta di un’agevolazione retroattiva, incide anche sulle spese effettuate prima dell’approvazione definitiva. Infatti, la manovra se tutto andrà bene entrerà ufficialmente in vigore a partire dal 2021. La Legge di Bilancio è un importante provvedimento perchè indica quali sono le decisioni necessarie per il rilancio delle imprese, ma anche per le famiglie e i lavoratori. Vediamo nel dettaglio come sono stati potenziati i bonus investimenti 4.0.

Bonus Investimenti 4.0: requisiti delle imprese

Oltre alla retroattività, che permette di beneficiare del bonus per gli investimenti collegati al piano Transizione 4.0 effettuate dal 16 novembre 2020, l’agevolazione sarà prorogata a tutto il 2022. Quindi varrà per ben 2 anni.

Naturalmente per poter usufruire del beneficio le imprese devono avere specifici requisiti, contenuti all’interno della bozza di Legge: il credito d’imposta è quindi concesso «a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa, che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato».

Credito di imposta beni strumentali in macchinari 4.0

L’importo del bonus è calcolato sulla percentuale dell’investimento e cambia a seconda del tipo di spesa. Anche nel 2021 si terrà conto della suddivisione in: macchinari, ricerca e sviluppo, software, innovazione tecnologica, formazione e sostenibilità.

Gli investimenti in beni strumentali nuovi riguardano tutti i macchinari che sono elencati nell’Allegato A della Legge 232/2016 e che vengono comunemente definiti macchinari 4.0. Le aziende che acquistano questo tipo di macchine avranno un credito di imposta del 50% del costo totale per investimenti fino a 2.5 milioni di euro; del 30% per investimenti fino a 10 milioni di euro; del 10% per investimenti sopra i 10 milioni di euro. Il limite definitivo degli investimenti per il quale si può ottenere il credito è 20 milioni di euro.

Le aliquote si applicano per gli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021 o fino al 30 giugno 2022 se entro il 31 dicembre 2021 l’ordine è stato accettato e sia stato pagato un acconto del 20% minimo.

Crediti di imposta in beni strumentali e software

I beni strumentali materiali (diversi dall’Allegato A) e beni immateriali, cioè i software (non 4.0, quindi diversi dall’Allegato B della Legge 232/2016) rientrano invece in un altro tipo di credito di imposta. Negli anni scorsi chi effettuata questo tipo di investimenti poteva usufruire del cosiddetto superammortamento.

Ora invece si ha un credito di imposta del 10% che aumenta al 15% se questi strumenti sono usati per lo smartworking. Questa agevolazione è applicata anche per gli esercenti arti e professionisti.

Chi invece investe in software 4.0 (elenco nell’Allegato B della legge 232/2016) può richiedere il credito d’imposta del 20% fino a 1 milione di euro.

Credito di imposta per investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica

Ha una notevole importanza la ricerca e lo sviluppo, che permette di integrare il lavoro degli istituti accademici e universitari con l’operatività delle aziende.

A tal proposito, per gli investimenti in ricerca e sviluppo il credito di imposta viene potenziato al 20%, mentre in precedenza era del 12% ed è applicabile fino a 4 milioni di euro, mentre ora il tetto è di 3 milioni.

Quindi questo ambito è sempre più rilevante per il progetto di trasformazione digitale del Paese.

Lo stesso vale per gli investimenti in innovazione tecnologica, estetica e in design: l’agevolazione sale al 10% per investimenti fino a 2 milioni di euro.

Per quanto riguarda gli investimenti green e in innovazione digitale 4.0, il bonus sale dal 10% di quest’anno al 15% dei prossimi due anni, per un tetto di 2 milioni di euro (prima era di 1.5 milioni di euro).

Credito di imposta in formazione

L’ultima tipologia di credito di imposta è quello per la formazione dei dipendenti su competenze legate al digitale e al Piano Transizione 4.0. In questo caso però non è stato apportato alcun potenziamento, tranne che, come i precedenti, viene prorogato al 31 gennaio 2022.

L’agevolazione quindi rimane del 30% per le grandi imprese, del 40% per le medie e del 50% per le piccole imprese. In ogni caso il credito di imposta è del 60% nel caso in cui i dipendenti destinatari dei progetti appartengano alle categorie di lavoratori svantaggiati.

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