Come fare un business plan per start up e nuove imprese

Il piano aziendale è un passaggio critico, ma necessario, per tutte le nuove imprese in avviamento. In questa guida trovi le tecniche più utilizzate su come fare un business plan efficace per start up

Pubblicato il 09 marzo 2020
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Il business plan ti aiuta a gestire la tua idea/attività imprenditoriale. In che modo? Fornendoti la direzione, pianificando l’organizzazione e attirando investitori. Devi pensare al piano aziendale come ad una mappa stradale che ti guida attraverso ogni fase della tua attività: avvio, gestione, sviluppo.

Focalizzare strategicamente i punti di forza (Strengths), le debolezze (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o di un’impresa – la cosiddetta analisi SWOT – è il primo passo per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Non si tratta solo di un documento, quindi, ma di un vero e proprio modo di approcciarsi all’impresa: dovrai riuscire a pensare in modo semplice, attraverso gli elementi chiave della tua attività.

Ecco tre esempi di finalità d’uso del business plan:

  • Raccogliere fondi e attirare partner per una start up come strumento per contestualizzare il tuo progetto e la tua idea.
  • Studiare il potenziale commerciale della tua impresa dal modello di business alla concorrenza, criticità e opportunità di mercato, piano di sviluppo.
  • Ottenere un finanziamento da banche e istituti di credito per dimostrare ai finanziatori i punti di forza della tua azienda e quali sono le possibilità di ritorno del loro investimento.

Come si fa un business plan vincente

Abbiamo parlato di filosofia del piano aziendale, un modo di pensare che è alla base delle nuove tecniche per fare un business plan efficace. Ecco tre regole che dovresti tenere a mente quando decidi di scrivere il tuo business plan:

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Scopri come

  • Deve essere corto e conciso: il tuo piano aziendale è fatto per essere letto da terzi, ma anche per essere la tua bussola. Nessuno vuole leggere un documento di 40 pagine, dove i principali focus sono dispersi in mezzo a concetti non essenziali.
  • Conosci il tuo pubblico: è il soggetto al quale si rivolge il piano aziendale quello che determina il tono e il linguaggio da usare. Se il tuo business è per esempio incentrato sullo sviluppo di complessi processi medici, ma i tuoi potenziali investitori non sono scienziati, evita tecnicismi o acronimi che rendono difficile la comprensione.
  • Dimostra che sei padrone del tuo campo: senza esitazioni fai capire che hai le idee chiare. Mantenere la giusta distanza fra essere convincente con dati e numeri e osare con l’immaginazione è la sfida più grande da affrontare per fare il business plan.

Come fare un business plan standard

Vedrai, informandoti su come fare un business plan, che ci sono nove pilastri standardizzati nella sua struttura. È importante conoscerli perché possono, nella loro totalità o in parte, aiutarti a progettare il piano di azienda giusto per la tua idea.

  1. Sommario: un’istantanea della tua impresa

In questa parte iniziale descriverai il progetto, rispondendo alle 5 W del business:

  • Who (chi)
  • What (cosa)
  • Why (perché)
  • Where (dove)
  • When (quando)

Da chi è composto il team, manager e dipendenti; cosa è il prodotto o il servizio che vuoi vendere/promuovere; perché l’idea avrà successo e perché investire su di essa; dove sarà la sua sede, se localizzata o delocalizzata; quando stimi che sarà raggiunto il break even point (punto di pareggio).

  1. Descrizione dell’azienda: missione e punti di forza

Quale è la missione e quale è il target specifico della tua impresa? Entra nel dettaglio del bisogno che la tua azienda intende intercettare e spiega quali sono i vantaggi competitivi che si trasformeranno in successo economico. Se avrai una sede fisica, questo è il momento giusto per parlarne; così come potrai parlare di eventuali consulenti che ti appoggeranno nelle fasi di avviamento e sviluppo.

  1. Analisi di mercato: contesto e concorrenza

Dovrai conoscere il mercato di riferimento nel quale intendi posizionare il tuo business: prospettive e tendenze e come si stanno muovendo le altre aziende già operative nel settore. Quali sono i punti di forza dei concorrenti? Perché la loro strategia funziona? In cosa puoi riuscire a fare meglio di loro?

  1. Organizzazione societaria e capitale umano

Come è strutturata la tua azienda: quale è la sua ragione sociale e da chi è composta? Questa è la sezione nella quale devi rispondere a tali domande. Inserisci un’organigramma se l’azienda prevede più di un socio iniziale e allega, nel caso, le esperienze professionali qualificanti per i membri chiave del team.

  1. Servizio o prodotto: cosa offri al mercato?

Dovrai parlare del ‘cuore del tuo business’: come si produce o si realizza e perché sarà un vantaggio per i clienti/fruitori. Descrivi il ciclo produttivo ed eventuali brevetti o diritti di autore.

  1. Immissione sul mercato e strategia di vendita

Il tuo obiettivo è adesso far capire come il prodotto/servizio sarà immesso sul mercato e canalizzato verso i consumatori/fruitori. Descrivi un possibile scenario di vendita e come continuerai ad attirare clienti nel tempo. Parla adesso approfonditamente delle tue strategie di marketing e di sales.

  1. Fondi necessari: quanti soldi servono per i prossimi 3/5 anni

Definisci i requisiti e le finalità di un eventuale finanziamento. Devi specificare se cerchi un prestito o soci di capitale. A cosa ti servono i fondi? Per comprare attrezzature e materiali, per pagare consulenti e stipendi, per anticipo costi etc. In questa sezione spiega anche quali sono i tuoi piani finanziari triennali o quinquennali e come intendi rientrare dei debiti.

  1. Conto economico e bilancio previsionale

Metti qui in mostra la tua capacità di maneggiare infografiche, diagrammi e grafici statistici, aggiungendo rendiconti economici e finanziari dell’ultimo triennio se in tuo possesso. Se invece sei una start up produci previsioni finanziarie in base all’andamento del mercato di riferimento. Entra nello specifico del margine lordo e dei costi diretti, elenca eventuali garanzie a fronte dell’investimento. Aggiungi una sezione di “What if” ovvero scenari ipotetici, ma realistici: per esempio se il mercato diventa più competitivo i margini di profitto potrebbero diminuire; se un canale di vendita subisce un’oscillazione, mostra le strategie alternative etc.

  1. Appendice: varie ed eventuali

Utilizza l’appendice per inserire documenti e materiali utili a dettagliare maggiormente le varie sezioni. Un dossier che può includere: articoli di giornali, curriculum, lettere di referenze, documentazione di tipo legale e contratti, permessi e licenze e approfondimenti di vario genere.

Business plan start up: perché è così importante

Per una start up il business plan rappresenta la messa a fuoco preliminare del proprio modello di impresa. Gli scenari aperti da nuove tecnologie e digitale hanno impattato anche sulle pratiche di come fare un business plan, con modelli eclatanti che negli ultimi anni hanno in parte stravolto le regole. Aleggia, sospeso fra verità e leggenda, il business plan di Brian Chesky – fondatore del colosso mondiale Airbnb – il quale si dice abbia riassunto la propria idea di business su una sola pagina. Ma è altrettanto certo – come ha dichiarato lo stesso Chesky – che, nei tre mesi durante i quali il progetto fu ammesso al programma di accelerazione Y Combinator, il restare concentrato ha fatto tutta la differenza: “In quei tre mesi non abbiamo fatto altro che lavorare, non volevamo fare altro, eravamo completamente focalizzati: questo è uno dei fattori che ha fatto cambiare le cose”.

Risulta quindi evidente che impostare un budget e una strategia di finanziamento, pianificare i canali di promozione commerciale e di vendita, analizzare la concorrenza, fare previsioni di crescita sono tutti passi necessari. E quanto più sono accuratamente studiati e analizzati tanto più producono risultati sostanziali e veloci. Ecco perché non si può fare a meno di uno strumento che si rivela ancora il più efficiente nella funzione di pianificazione e controllo, come dimostrano le ricerche condotte da riviste ed esperti del settore.

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Il “Journal of Management Studies” nel 2010 rilevò come non solo le aziende che avevano redatto un business plan avessero un tasso di crescita del +30% rispetto a quelle analoghe che non lo avevano fatto, ma come anche le tempistiche fossero diverse.

Le aziende che operano con un business plan non adeguato, qualora raggiungano lo stesso obiettivo, impiegano il doppio del tempo rispetto alle imprese guidate da un piano aziendale preventivo. Il dato che però fa maggiormente riflettere su quanto il business plan sia indispensabile è quello riferito da uno studio pubblicato su “Small Business Economics” nel 2011: le start up che definiscono il proprio raggio di azione secondo gli standard stabiliti da un business plan hanno fino al 150% di probabilità in più di trasformare il progetto in impresa.

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