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Come fare crescere le startup dopo i finanziamenti

Pubblicato il 01 Ottobre 2020

Le startup che ricevono contributi e finanziamenti sono tante, ma come si può garantire loro una crescita anche dopo la concessione di tali agevolazioni? Se ne è parlato durante l'incontro su Sistema Invitalia Startup

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Negli ultimi anni molte startup sono nate e cresciute grazie a finanziamenti e investimenti esterni, molti dei quali erogati dalla PA. Invitalia ha calcolato che in due anni sono state finanziate circa 150 startup, mentre ammontano a 220 i progetti presentati e a 580 le aziende seguite. I dati sono stati presentati nel corso dell’evento dedicato a Sistema Invitalia Startup.

All’incontro hanno presenziato anche Domenico Arcuri, Ad Invitalia e commissario straordinario all’emergenza Covid, il Ministro dell’Innovazione Paola Pisano, il Responsabile Incentivi e Innovazione Invitalia Ernesto Somma e il sottosegretario al Mise Gian Paolo Manzella. Durante l’evento si sono alternati diversi spunti e pareri sul un tema fondamentale: come far evolvere un’azienda innovativa anche dopo il finanziamento. Spesso, infatti, le risorse messe a disposizione delle startup non garantiscono successo e crescita. Se non si investe su un’evoluzione costante ed efficace si rischia di rendere vana l’iniezione di capitale. Vediamo quindi quali sono le valutazioni emerse nel corso dell’incontro per affrontare tale questione.

Caratteristiche delle startup finanziate

Le startup finanziate da Invitalia sono distribuite in modo quasi omogeneo in tutta Italia. Sicuramente però tre regioni contano il maggior numero di agevolazioni: la Lombardia (71%), la Campania (35%) e il Lazio (81%), complice anche l’alto numero di candidati che presentano domanda di contributo in questi territori.

In particolare, al Nord si concentra il maggior numero di iniziative. Questa parte d’Italia si classifica infatti con il 46% contro il 32% al Sud e Isole e il 22% al Centro.

Per quanto riguarda i settori, la maggior parte delle startup beneficiarie opera nell’economia digitale, ovvero nel campo dell’e-commerce, nell’IOT o nel cloud computing. A queste seguono le tecnologie sperimentali e la ricerca pubblica e privata, quindi gli spin-off che hanno preso piede negli ultimi anni.

Domenico Arcuri ha ribadito l’importanza delle iniziative a favore delle aziende, sottolineando l’importanza delle PMI per il tessuto imprenditoriale italiano: “L’Italia ha il 97% fatto di piccole e piccolissime imprese, piccoli imprenditori che un giorno si inventano un servizio e lo accompagnano verso un risultato. L’Italia è da 150 anni la culla delle startup nel mondo: una parte fondamentale della nostra capacità competitiva che nessuno chiama startup e che con l’aggiunta dell’ingrediente tecnologico diventano appunto startup. E fare sistema incontra anche questa evidenza spesso non riconosciuta”.

La sfida attuale è quella di creare un ecosistema economico fertile per questo tipo di imprese anche dopo la concessione di un finanziamento o altra agevolazione.

Il futuro dell’ecosistema startup

Qual è allora il miglior modo per far germogliare una giovane impresa innovativa? A questa domanda ha dato una risposta Gian Paolo Manzella, che ha sottolineato il ruolo cruciale della PA.

Oggi, la Pubblica Amministrazione deve impegnarsi per non far sentire soli gli imprenditori, ma anzi essere lei stessa un vero e proprio acceleratore di startup.

Anche la Ministra Paola Pisano ha ribadito questa necessità:

In Italia abbiamo tante belle realtà di startup, parlano prevalentemente italiano, in alcuni casi solo italiano, e non sempre l’ambiente che hanno intorno le sostiene. Bisogna consolidare un ruolo attivo del nostro Stato fatto di regole e infrastrutture volte a favorire il potenziale innovativo. È necessario creare una base infrastrutturale per far crescere l’innovazione delle startup. Per questo stiamo spingendo diverse applicazioni per trovare servizi della PA e dei privati utili ai cittadini. Esempio sono il bonus vacanze e l’applicazione Immuni”.

La Ministra ha ribadito anche la necessità di far fiorire una cultura della sperimentazione. Inoltre, occorre che le competenze legate all’innovazione siano messe a disposizione delle imprese che le possono concretizzare e immettere concretamente nella società. Senza contare che investire sulla crescita delle startup significa anche diventare competitivi e livello internazionale come Paese Italia e aumentare il livello di occupazione nel Paese. La politica quindi dovrà intervenire sempre di più per tutelare le giovani imprese.

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